KRUX: KRUX II
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06/01/2007Mentre i più accaniti e fedeli Doomsters del globo (me compreso) seguivano attentamente la telenovela Candlemass, conclusasi purtroppo con la prematura dipartita del singer Messiah Marcolin dopo aver registrato appena un album in seguito alla reunion (ma comunque protagonista in questo seppur breve periodo di concerti da brividi), Mr. Leif Edling, leader bassista della sopraccitata band, che certo non ama stare con le mai in mano, ne approfittava per dar seguito a quel “Krux” della sua omonima creatura parallela. Riunito quindi il gruppo di amici/formazione stellare (tra cui membri di Entombed, Arch Enemy e Carp Tree) ecco che prende vita il secondo bellissimo episodio, intitolato semplicemente “Krux II”: un lavoro di puro Doom, di quello che predilige la via più rock e in cui le influenze settantiane si fanno più accese, seguendo le orme dei Cathedral se proprio vogliamo affidarci alle citazioni. Certo non si può dire che sia uno di quei lavori sconvolgenti, tali da stravolgere i canoni di questo genere e di porre basi per nuovi orizzonti sonori; ma è altrettanto vero che questi sono signori musicisti e che nessuno è mai riuscito a mettere in discussione l’ispirazione artistica del già citato bassista tuttofare, sia che si tratti di questo progetto sia che si tratti della sua band storica. E appena inizia la prima traccia “Serpent” non si può far a meno di accorgersi immediatamente della caratura e del livello dell’ensemble svedese: ritmiche non eccessivamente lente, riffs polverosi che si trascinano su di un tappeto di tastiere necessario a completare la magnifica atmosfera fumosa e oscura, senza mai risultare ridondanti. Tracce che trasudano personalità al cento per cento, trainate alla grande sì dal genio creativo del loro creatore ma soprattutto dalla superba prova vocale di Mats Levén, un singer dalla voce calda e potente che può vantare collaborazioni con Therion, Yngwie Malmsteen e At Vance, senza scordare gli Abstrakt Algebra dello stesso Leif Edling. Grandissima classe quindi quella sfoggiata in questo “Krux II”, dalle accelerazioni dinamiche di “Pirates” fino alle ottime soluzioni melodico/atmosferiche di “Depressive Strokes Of Indigo”. In conclusione, non segnerà un’era ma è certamente un prodotto a cui un certo tipo di ascoltatore (ma non solo) può affidarsi senza il rischio di una delusione.
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