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IN FLAMES: COME CLARITY

data

02/02/2006
95


Genere: Modern Melodic Death
Etichetta: Nuclear Blast
Anno: 2006

Recensire un disco degli In Flames, ora come ora, non è mai facile. Vuoi perché la band di Gotheborg è ormai affermatissima, vuoi perché la loro evoluzione (mi rifiuto di chiamare in un altro modo, magari con un accenno di disprezzo, il percorso artistico dei cinque svedesi) ha diviso e continua tuttora a dividere il pubblico. Quando si ascolta un nuovo disco degli In Flames è bene ripulirsi le orecchie da tutte le castronerie urlate ad alta voce nelle metallicissime board italiche che gridano alla commercializzazione o, ancor più esilarante, alla concessione al sound nu metal, metalcore o ‘americano’. Come se poi suonare nu metal, posto che gli In Flames non lo fanno, fosse un crimine, un’onta da lavare col sangue o con ripetuti ascolti di “The Jester Race”, chè più in là del 1995 non si va. Dicevo, padiglioni auricolari al netto delle cazzate che circolano, perché Anders e compagni si sono sempre rimessi in discussione, e ascoltare “Come Clarity” è al tempo stesso una sorpresa e una graditissima conferma. E anche perché è il loro turno di riempirvi le orecchie di puro godimento; sentita per la prima volta l’opener, “Take This Life”, pensavo avessero sbagliato a mandarmi il disco. Si tratta probabilmente del pezzo più veloce mai scritto dalla band negli ultimi anni, al tempo stesso ricco di quel mood moderno che aveva fatto grande “Soundtrack To Your Escape", che continuo a considerare un signor lavoro. La chiave di volta di “Come Clarity” è proprio il perfetto bilanciamento di tutto quello che la band è stata da inizio carriera; troverete tutto qui dentro, i tempi thrash di “Whoracle”, le armonie da dieci e lode di “Colony”, il già citato mood moderno di “Soundtrack…”. Ogni brano, ripeto, ogni brano non si fa mancare nulla. “Vacuum” è un missile, puro death svedese di razza, dotato però di un ritornello cantabile anche da vostra madre. Lo stesso dicasi per “Versus Terminus” o “Scream”, per le più pacate ma energiche “Leeches” e “Reflect The Storm”, l’emozionante title track, una ballad acustica con ritornello da manuale, la salterina “Crawl Through Knives” o “Dead End”, nella quale Anders duetta con la talentuosa e affascinante Lisa Miskovsky, pop (uh, onta e disonore, sic) singer svedese autrice fra l’altro di un album maiuscolo, “Fallingwater”, che vi consiglio di procurarvi. Mi sono dilungato anche troppo, quindi, mi limito a segnalare l’unica pecca, microscopica, dell’album: il suono del basso in alcuni brani è inspiegabilmente osceno. La cosa si avverte solo se ascoltate il disco in cuffia, e non pesa eccessivamente, ma tant’è. Forse è stata una scelta della band, altrimenti avrebbero dovuto ammettere di aver scritto il loro album definitivo. Nota a margine: non so quale sia la concezione di ‘lotta alla pirateria’ per la Nuclear Blast, resta il fatto che i metodi con cui la sta affrontando sono a dir poco risibili. La copia promozionale di “Come Clarity” è arrivata nelle mie mani nei primi giorni del dicembre 2005, e presenta tutti i brani sfumati (eccetto “Take This Life”) e deficita della conclusiva “Your Bedtime Story…”. Peccato che sulle reti p2p il disco fosse già disponibile nella sua interezza da un po’ di tempo. Così viene penalizzato solo il povero redattore, magari ingenuo e/o sprovvisto di mezzi ‘di fortuna’, chiamiamoli così, costretto a giudicare un prodotto incompleto.

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