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HESPERIA: Caesar - Roma Vol.1

data

26/05/2017
72


Genere: Epic Metal, Folk Metal
Etichetta: SleazyRider Records
Distro:
Anno: 2017

Tre anni dopo aver portato a compimento la quadrilogia improntata sull'Eneide il cantante nonchè polistrumentista Hesperus coglie al volo l'occasione per festeggiare i venti anni del progetto a nome Hesperia per metterci a disposizione il primo atto di quella che dovrà essere una trilogia dedicata a Roma (nella fattispecie in esame soprattutto a Giulio Cesare). La particolarità di questa metal opera è l'utilizzo dell'italiano (anche nella versione antica) e del latino, segno che l'eclettico Hesperus vuol fare le cose davvero in grande, con una cura dei particolari a dir poco meticolosa, anche riguardo la registrazione delle tracce, avvenuta in ambienti particolari che non stiamo qui a specificare. Un'opera dalle mille sfaccettature in cui confluiscono, nonostante il predominio di un metal dall'impostazione classica ed epica, una vasta gamma di influssi sonori con l'utilizzo di strumenti completamente estranei al contesto tipico del rock/metal, tutto ciò lo avvertiamo in "De Bello Gallico", brano molto folkeggiante, oppure nella buonissima "Trivmviratvm", dai chiari rimandi maideniani, in particolare nella prima viene utilizzata la crotta, strumento  tradizionale appartenente all'epoca gallica. Di indubbio interesse "Aegyptus (Tema Di Cleopatra)" dalle atmosfere egiziane in cui si segnala la presenza di un soprano ad interpretare il personaggio della regina, così come la cover di "Le Idi Di Marzo", vero e proprio tributo ai Maiden rivisitato in chiave folk mentre nella conclusiva "Ivlivs Caesar (Divvs Et Mythvs)" i Maiden più progressivi (quelli di 'Seventh Son Of a Seventh Son') si associano piuttosto bene alle atmosfere pagan/black. Ad Hesperus non mancano certo il coraggio, la cultura storica e la conoscenza musicale, il prodotto seppur  valido soffre di una certa discontinuità nonostante la bontà delle idee messe in campo e la volontà di Hesperus di percorrere una propria strada lontano dai trend imperanti; le parti di chitarra (specie nei passaggi solisti) a volte risultano minimali e anche la voce non è certo immune da pecche, specie nella pronuncia, diciamo che si destreggia bene sia negli scream che nelle parti narrate ma che ci fa un po' arrabbiare nei momenti in cui in maniera del tutto innaturale insiste nel voler rassomigliare a quella di Piero Pelù. Complessivamente le parti che costituiscono il primo atto si presentano ben scorrevoli e piacevoli all'ascolto, anche se è necessario un approccio all'ascolto non superficiale. 

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