GATEKEEPER: From Western Shores
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19/05/2023I Gatekeeper sono in attività da circa tre lustri, eppure questo è appena il secondo full-lenght. Non difettano quindi, nonostante tutto, di esperienza, e questa emerge dai solchi di un lavoro gradevole e maturo. L'apertura con la title track è subito un affare di grande epicità, sottolineato dall'apporto melodico del cantante, quando questi non si lancia in falsetti che fanno un po' Eric Adams, per lo più altrimenti può ricordare un Geoff Tate agli esordi. "Death On Black Winds" è, insieme a "Twisted Towers", la traccia più retrò del lotto, in cui il chitarrismo ricorda scelte di band programmaticamente apologetiche come gli Hammerfall. Per fortuna la maggior parte del lavoro, pur risultando piuttosto tradizionale, come il genere richiede, riesce comunque a dare una sensazione di freschezza. L'afflato epico è deciso ma la prestazione melodica di Tyler Anderson ne smussa il carattere appena quel po' che gli conferisce personalità. I canadesi padroneggiano sia brani più sostenuti, magari con una sezione centrale più meditata come "Exiled King" sia brani più lenti e quasi doomish, come "Shadow And Stone". Non mancano un paio di tracce un po' meno coinvolgenti, come la già citata "Twisted Towers" e la successiva e un po' moscia "Desert Winds" che rischiavano di lasciare un po' di amaro in bocca in chiusura di lavoro, ma la conclusiva "Keepers Of The Gate" , lungo e coinvolgente epos, ci ricorda che abbiamo ascoltato per lo più un lavoro di qualità. Un opera un po' diversa dal solito in ambito epic metal, che la rende più interessante anche al di là delle sue indubbie qualità.
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