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EPHYRA: Along The Path

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08/12/2015
76


Genere: Melodic Death Metal, Folk Metal
Etichetta: Bakerteam Records
Distro:
Anno: 2015

Premo il tasto play sul lettore multimediale, e ad un tratto compare un’immagine di freddo inverno: un albero con i rami secchi circondato dal denso biancore del paesaggio innevato tutt’intorno. Un paesaggio che ricorda subito l’artwork del sempiterno ‘Nighttime Birds’ dei The Gathering (in particolare l’edizione in vinile), e che solo per questo mi emoziona e mi rappresenta subito un punto a favore. Inizia così con questa bellissima copertina carica di atmosfera, riflessività e candore apparente ‘Along The Path’, il secondo album dei comaschi Ephyra, che dopo il convincente debutto autoprodotto, vengono assoldati dalla Bakerteam Records, che ha capito le potenzialità di questa combo, e che vuole esaltarne tutte le loro qualità. Parlo di candore apparente perché gran parte del disco è pervaso di belligeranza. “Human Chaos” rappresenta il senso di battaglia affrontato nella vita, declamato dall’ottima voce di Nadia Casali, una donna che giorno dopo giorno sembra migliorare a vista d’occhio, perché è una donna che crede nei propri mezzi. La belligeranza continua con un inno all’unione delle forze, vale a dire “All At Once” dove i protagonisti assoluti sono le voci tra loro diverse, ma unite dall’aggressività senza limiti, di Francesco Braga e della guest Davide Cicalese dei Furor Gallico, che dà un bel tocco al brano. La vitalità del brano (di cui è stato realizzato un simpatico videoclip) è arricchita dall’ottimo lavoro delle chitarre di Matteo Santoro e Paolo Diliberto. Il ritornello e l’incitamento all’unità credo saranno un tormentone durante le serate live. Gli Ephyra sembrano non volersi fermare certo qui, dimostrando con “Cruel Day” di sbattere in faccia all’ascoltatore dosi massicce di metal sputato senza vergogna dall’ugola di Braga, con gli ottimi orpelli creati dalla Casali e dalle note di violino che volentieri imperversano ad abbellire la creazione. La parola d’ordine, o le parole d’ordine, sembrano essere “aggressività”, “potenza”, “sfrontatezza”, tipiche del metal poderoso che gli Ephyra propongono: un metal che attinge da varie dimensioni, da quelle power a quelle death, passando per il folk epico, senza trascurare la melodia, in cui la Casali ne è la padrona indiscussa, non tralasciando il fatto che anche Braga sa il fatto suo con il suo growl ampiamente accessibile e comprensibile. In tutti i pezzi la loro alternanza si rivela sempre felice, ma soprattutto dotate di senso, non essendo praticamente mai fuori posto. A loro si aggiungono, per delle prestazioni degne di nota, le comparsate felici soprattutto dell’arpa di Silvia Bonino dei Folkstone (magistrale il suo contributo in “Riding With The Sun”, ad aprire e chiudere il pezzo con grande leggiadria), e del flauto traverso di Lisy Stefanoni degli Evenoire, che danno sapori quasi etnici ai brani. Se bisogna trovare un punto non a favore è la presenza non particolarmente tangibile del basso di una donna dalla personalità vincente e convincente come quella di Alessandra Biundo. A differenza del primo album non si sembra avvertire la veemenza e la tenacia che invece la si può ben intravedere in sede live, dove l’ex Devil’s Cream fa ballare il basso con maestria. ‘Along The Path’ è un album che già dopo pochissimi ascolti convince, e che può essere, forse ancor più del precedente ‘Journey’, il trampolino di lancio verso una carriera luminosa. Un disco che presenta segni evidenti di evoluzione musicale, che insieme a ‘Journey’ solca il percorso, la strada, il sentiero, “the path” verso la completa maturità, la quale si può raggiungere solo mantenendo alto il livello musicale, senza condizionamenti e senza cercare di abbassare la guardia, per fare in modo che il terzo album sia davvero quello della conferma, che vuol dire anche consacrazione.

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