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CORDE OBLIQUE: THE STONES OF NAPLES

data

29/06/2009
82


Genere: Neo-Folk/Classica
Etichetta: Prikosnovènie
Distro: Audioglobe
Anno: 2009

Continua il viaggio di Riccardo Prencipe tra lande acustiche e folk in cui i rimandi ai miti ed alle radici della propria terra, ma non solo, sono ancora tremendamente vivi e pulsano dolcemente tra le pieghe dell'anima di un mondo senza tempo. Misterioso, incantevole, seducente. "The Stones Of Naples" è un disco carico di sensazioni ed atmosfere malinconiche, delicato, a tratti sospirato, che lascia qualcosa dentro ad ogni ascolto. E' un continuo perdersi e ritrovarsi tra le ambientazioni e le immagini che evoca, tra luoghi e giorni e notti dove la vita si assapora lentamente, dove ogni piccolo particolare trova il suo posto nella seppur immensa vastità del creato. Dettagli che contano, che pesano, senza i quali tutto il resto non avrebbe alcun senso. Particolari sparsi per le strade, la costa ed i monumenti di Napoli e del circondario dove Riccardo ci accompagna per mano assieme al folto gruppo di musicisti che lo supporta nel progetto. Inno ad una città martoriata dalla modernità, dall'invadenza e della superficialità dei media, dalla sua stessa gente, ma con un cuore antico e forte come pochi pari che ancora batte dietro allo specchio dentro cui tutti provano a guardarla, ma dentro cui solo in pochi riescono a vederla nella sua veste ancestrale. Bastano le sole "Venti Di Sale" e "Nostalgica Avanguardia" per identificare il contenuto musicale ed emozionale di "The Stones Of Naples", neo-folk dai forti richiami mediterranei, arricchito da fughe neoclassiche e da ulteriori contaminazioni acustiche come nella intensa "Barrìo Gotico", momento più alto del disco sul piano strettamente non consuetudinario. Qualche volta, diciamolo, un po' troppo accademico, ma il versante passionale domina su ogni altro aspetto grazie anche agli arrangiamenti sopraffini ed al contributo canterino di vari ospiti femminili che aggraziano e valorizzano le composizioni. La cover di "Flying" degli Anathema, inoltre, è un ulteriore momento pregno d'intensità, un breve fuga "altrove" che non interrompe il flusso "tradizionale", ma, anzi, lo arricchisce ulteriormente considerate le "dominazioni" culturali cui è stato soggetto il capoluogo campano durante la sua intera storia. Una conferma, quindi. Meglio, forse l'opera della maturazione completa di Prencipe il quale riprende il titolo del libro di Caroline Bruzelius, storica dell'arte impegnata a decifrare l'architettura medievale napoletana: quale titolo migliore per un disco che racconta delle proprie origini?

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