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CIRCLE OF BARDS: Tales

data

23/02/2011
71


Genere: Acoustic/Folk rock
Etichetta: Electrum Production
Distro: Twilight Distribution
Anno: 2011

Se Checco Zalone avesse la possibilità di commentare lesordio di questo "gruppo" polacco userebbe la stessa delicatezza adottata nel deridere i Negramaro: i Circle Of Bards "sono" Mariusz Migalka, vocalist, chitarrista, unico autore di liriche e musiche, nonché pregevole cover artist del debut che ho tra le mani. 'Tales' viene spinto dalla promessa di conquistare tutti gli amanti di sonorità celtiche e medievaleggianti, ed in particolar modo di coloro che apprezzano il lato più acustico dei Blind Guardian (il ricorrere al moniker "Bards" non è certamente un caso), o i celebri Blackmore’s Night (ovvero il lato più acustico del celebre chitarrista dei Deep Purple e dei Rainbow); ma questo è vero solo in parte. Le undici tracce, raramente lunghe oltre i quattro minuti, più spesso assimilabili al minuto e mezzo, ondeggiano tra quanto promesso ("Scarlet Moon", "Bridges We Shall Pass" o le due songs in lingua natia "Czarne Smoki" e "Teczowy Most"), e il rock/pop acustico da classifica 'mascherato' dal flauto di Anna Bielecka, o dalle percussioni e orchestrazioni di Mariusz Ostanski come in "My Magic Song". Anche i testi seguono questa direzione e non sono tutti prettamente ascrivibili al genere fantasy, il che non è necessariamente un male, anzi. "Fighting The Dragon" è un esempio lampante di quanto scritto sino ad ora: titolo da classico trito e ritrito dell'epic-fantasy, ballad rock/pop dalla lievissima ascendenza medioevale, e testo che invita ad affrontare (e vincere), giorno dopo giorno, i propri demoni(qui chiamati 'draghi' perché fa più fantasy). Eppure nella mezz'oretta trascorsa insieme al Circolo dei Bardi di Migalka trovo tutto quello che merita di essere apprezzato in un "gruppo" di questo tipo: belle tracce che riescono ad essere ficcanti pur nella loro brevità (cosa raggiungibile solo da pochi gruppi punk), melodie immediatamente memorizzabili e ben interpretate dal compositore, un uso essenziale e non invadente degli strumenti "di contorno" alle chitarre classiche e acustiche, cori e controcanti compresi; infine testi semplici, diretti e che non mirano ad essere tasselli di un'ennesima epica trilogia metal colossal-hollywoodiana che si dipana in sette/otto albums con relativo booklet di ventotto pagine con tutto l’abstract della storia annesso (chi ha pensato agli italici Rhapsody Of Fire ha ben inteso). Se aggiungiamo che il disco è ben confezionato in un digipack di pregio con libretto essenziale, ma d'effetto e un artwork che ci mostra il talento non solo musicale di Migalka, allora ecco che s'individua la 'quadratura del Circolo dei Bardi' che rende l’acquisto di questo debut vivamente consigliato.

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