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BRIDES OF DESTRUCTION: HERE COME THE BRIDES

data

18/03/2004
75


Genere: Hard rock
Etichetta: Sanctuary
Anno: 2004

Solo due "mignottone" come Nikki Sixx e Traci Guns potevano dar vita ad un progetto chiamato Brides Of Destruction. Due stelle da tempo in balia della labilità del rock 'n' roll che ti consacra quando sei in attività, mentre rischia indecorosamente di risucchiarti nel vortice della dimenticanza e dell'anonimato per quanto concerne, soprattutto, le generazioni più giovani. Dopo qualche defezione eccellente(inizialmente faceva parte della band anche John Corabi, anche se ancora accreditato come chitarrista nella line-up del cd), le Spose Distruttive vengono allo scoperto e si presentano al grande pubblico con un disco moderno e vario, ben identificato nel filone hard, ma che spazia dal punk-rock alla hit radiofonica. Niente di nuovo, sia detto per inciso, e non credo che le due "zoccole" avessero certo intenzione di stravolgere il modo di intendere e suonare il rock duro oggi, ma, fortunatamente, non stagnano nella gloria passata e non celebrano il party all day come il copione vorrebbe. Infatti, oltre alla ormai consolidata orecchiabilità delle melodie a cui i due ci hanno da tempo abituato, vigila per quasi tutte le song una certa vena seriosa abbastanza atipica(pur sempre sfacciata), una sorta di maturazione che ha portato i due a trattare temi più interessanti e con maggiore profondità rispetto ai loro standard lirici. "Shut The Fuck Up" sembra una outtake mal scartata dei P.I.L. in cui lo sconociuto singer London Lee Grand ringhia come il miglior John Lydon in preda ad attacchi di epilessia. Un vero e proprio calcio nel culo in bilico tra Punk e Street, così come la successiva "I Don't Care", sempre sparata ad alta velocità e sfrontata e maleducata come un ragazzino che lancia sassi nelle finestre delle case del quartiere, e manda pure affanculo le vecchiette che si lamentano e sbraitano per l'accaduto. Altri episodi sono in pieno stile Motley/Guns("Two Times Dead" e"Brace Yourself"), altri piu cupi e rock oriented("I Got A Gun"), per concludere, infine, con una ballad di tutto rispetto che non sfigurerebbe se passesse per le radio FM americane al fiancodi noti campioni di single strappalacrime. Insomma, un disco che merita attenzione e che potrebbe risvegliare l'anima del "ragazzaccio" che da tempo non sfoderate o che, magari, non avete mai avuto. W E D O N' T C A R E!!!

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