AUSTRALASIA: Sin4tr4

L’uscita di questo disco è un altro segno tangibile che lo stivale è quanto mai vivo, vegeto e prolifico su più fronti della musica alternativa o underground che dir si voglia. Uno strumentale post rock (Mogwai, God Is An Astronaut, Giardini Di Mirò), del gothic black metal (Katatonia) rivisitato in chiave shoegaze che tanto sta prendendo piede grazie a splendide realtà internazionali quali Alcest e Aghalloch ("Antenna", "Spine") ornato da un uso vintage delle tastiere (Trans Am, Angelo Badalamenti), e da un piglio cinematico che sarebbe idelae come colonna sonora a dei cortometraggi. L'utilizzo della batteria avrebbe necessitato di più vivacità anziché soffermarsi prevalentemente sui blast beat (nelle sfuriate black), ma ad un esordio si può perdonare un peccato di gioventù. Queste le qualità che costituiscono la spina dorsale di questo combo dedito ad una sperimentazione tra gli stili sopracitati, come specificato dal loro flyer informativo, che non vuol dire mancanza di schemi o improvvisazione, ma una visione maggiormente focalizzata sui punti in comune che i diversi generi manipolati possiedono. Fa un po' specie il fatto che sempre più frequentemente etichette straniere vengano a pescare dalle nostre parti, a conferma del proverbio: nemo propheta in patria. Un po' stucchevoli le parti post rock (sanno troppo di già sentito), ottimo il risultato raggiunto quando si dedicano ai melodicismi - "Apnea" - e ai vetrosi riff gothic black con partiture shoegaze come in "Retina", culmine dell'Ep.