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APOKRYPHON: Subterra

data

09/04/2021
82


Genere: Black Metal, Dark Ritual Ambient
Etichetta: Avantgarde Music
Distro:
Anno: 2020

Zorgh, enigmatica bassista degli svizzeri Darkspace, si presenta sotto altro nome (Ophis) per il suo nuovo progetto. In questo frangente l'elvetica si occupa dell'intera strumentazione reclutando solo per le parti vocali l'altrettanto enigmatico Djinn. È bene precisare subito che, benchè gli Apokryphon si muovano in ambito black metal come la band madre di Zorgh, le coordinate stilistiche sono piuttosto differenti. "Evangelion Of The Serpent" esemplifica subito ottimamente quelle che sono le caratteristiche di questo lavoro: i dodici minuti della traccia iniziale sono abbastanza equamente divisi fra dark/ritual ambient e un feroce black metal. Mano a mano che si procede attraverso la tracklist si palesano altri aspetti dell'opera: "The Naasene Psalm" è arricchita da influenze orientali e ricorda in questo i Kirghizi Darkestrah; "Sand Ghosts" è più primitiva nel riffing e il contributo vocale di Zorgh ci fa pensare ai nostri primi Opera IX. Dopo una traccia puramente ambient, in "Anthropos" abbiamo forse l'unica traccia in cui l'esperienza nei Darkspace risulta evidente, laddove taluni passaggi di tastiere ben si adatterebbero al sound spaziale della band. "Nag Hammadi" è il pezzo più vicino alla scuola norvegese, mentre gli ultimi due brani ci riportano all'alternanza dark/ritual ambient con un black metal che sa farsi anche epico. Gli Apokryphon ci propongono un lavoro di ampie vedute, che spazia un po' in tutto quello che è il territorio del metal più oscuro. Il loro esordio discografico manca forse proprio per questo di un po' di amalgama, i pezzi fanno ognuno bella figura per proprio conto ma i nessi paiono un po' labili. Questo non deve necessariamente avere particolare importanza, si tratta qui di una raccolta di brani molto buoni con, nell'ambito del genere, una marcata varietà di spunti. 

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