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RAPPRESAGLIA

Nei primi anni '80 nella Milano Hc nacquero assieme a leggende italiane come Nerorgasmo, Impact e Raw Power anche i Rappresaglia! Con alle spalle cinque album tra l'84 ed il '03, eccoli tornare con il potentissimo 'Neurotik', un album in perfetto equilibrio tra il tanto venerato hc e sfumature punk rock. I ragazzi sono ancora molto carichi, ed hanno ancora moltissimo da dare, motivi per cui abbiamo fatto una chiacchierata con la band.

E' uscito il 27 aprile il nuovo album 'Neurotik' nei classici canoni HC Punk che vi caratterizzano da sempre. Come ci si sente ad essere una delle band italiane più illustri nel genere? Maurizio Fusano: È un grande onore e una gioia che riempie una vita intera. Ma quello che ci emoziona di più è il calore che ci arriva. È sentirsi dire che, ascoltandoci: “La sensazione che si prova, alla fine, rimane la stessa: che il sole stia entrando e che da un momento all’altro ci si ritrovi a saltare abbracciati ad un mucchio di amici, urlando insieme contro a qualsiasi domani ci riservi il futuro”...

Stefano Traldi: Gioia e rivoluzione [ride, ndr]

Marco Cirino: Per me che sono l'ultimo arrivato, anche se conosco bene la storia avendo già suonato nei Rappresaglia nel 86/87, è un onore. Dopo essere partito con il punk dei Tiratura Limitata, ed essere passato da vari generi, rnb, soul, funk reggae, devo dire che suonare con i Rappresaglia è un vero piacere!

L'Hc si sviluppa in Italia a cavallo degli anni '80, penso a gruppi come Wretched, Crash Box o Atrox. Voi che avete vissuto appieno quella scena, raccontateci qualche aneddoto…Maurizio Fusano: Due tra tutti: il leggendario tuffo dal palco di “Muscoletto” (un mio amico del Virus), immortalato sulla copertina n.4 di TVOR che, durante un concerto HC, si lanciò in costume da bagno, pinne, occhiali da sub e boccaglio, nel mare dei pogatori. Sempre a proposito di stage diving, non ebbe invece un lieto fine il concerto dei Kobra a Verona. La foga di Marchino, il cantante, dopo il one, two, three, four iniziale, non venne subito condivisa dagli astanti e lanciatosi con fiducia dal palco, si trovò in caduta libera nel varco che gli si aprì di fronte, schiantandosi rovinosamente al suolo. Gig finita in pochi secondi e due braccia rotte del povero Marchino. Bhè, uno dei concerti HC più veloci che abbia mai visto.

Stefano Traldi: foto incredibile quella di Muscoletto, la didascalia recitava: “Tuffati nel mare hardcore”. Il bello è che ai tempi sembrava se non normale, sicuramente possibile. Ed infatti ...

Prima di quest'album, nel 2003 uscì 'Sopravvissuti', poi il fermo fino ad oggi. Come mai? Maurizio Fusano: Non abbiamo fretta. Facciamo dischi solo quando sentiamo davvero la necessità di farli. Pochi ma buoni.

Stefano Traldi: Dal 2003? Perché non mi avete svegliato? [ride, ndr]. Scherzi a parte, oltre a quanto detto da Mauri, siamo poco inclini all’autocompiacimento e abbastanza autocritici sulle nostre composizioni.

Marco Cirino: Diciamo che tra famiglia, cambio di line-up, età che avanza, ci siamo presi il nostro tempo.

Album decisamente innovativo il nuovo, seppure mantenendo, come già detto, i classici canoni che vi caratterizzano: chitarre esplosive si mescolano a ritmiche dinamiche. Questa "novità" è presagio di cambiamento? Maurizio Fusano: È la voglia di allargare la prospettiva includendo altri generi, ed esplorando sonorità diverse che arricchiscano lo zoccolo duro che ci è abituale con una maggiore ricercatezza melodica. Per la gioia delle budella e del cuore.

Stefano Traldi: Siamo sinceri. Ci piace ampliare la visuale rimanendo però noi stessi.

Marco Cirino: Innovativo forse è una parola grossa. La cosa che mi piace è che quello che abbiamo registrato lo riascolto sempre volentieri. Siamo entrati in sala di incisione un po' all'improvviso, nonostante le canzoni fossero, tranne due, già scritte da un po'. Ma questo ci ha costretti a concentrarci molto di più sulle parti strumentali e soprattutto vocali. Per quanto riguarda lo stile, abbiamo allargato i nostri orizzonti musicali, e ci siamo confrontati con generi anche diversi, ma mantenendo sempre il nostro sound.

Da amante dei Devo ho francamente apprezzato la vostra rivisitazione di un pezzone come "Uncontrollable Urge". Perchè questo omaggio? Maurizio Fusano: Beh, pezzo irresistibile di una band visionaria e geniale per capacità innovativa ed ironia. Cosa poteva esserci di meglio da riproporre?

Stefano Traldi: Per quanto amiamo Ramones, Clash e Pistols, che senso avrebbe fare una cover di una band punk? Ci sono grandissime band nell’area “intorno” al punk, nel periodo fra il punk e l’HC, che anche se musicalmente non definibili come punk ne hanno invece lo spirito. E tanto, anche.

Marco Cirino: Perchè è stato un gruppo veramente fuori dagli schemi e non etichettabile, e poi perchè il pezzo ci viene proprio bene!

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