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METHEDRAS

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla validità del movimento underground metal italiano, questi dovrebbero essere spazzati via dall'ascolto di "Recursive", ultimo mini dei milanesi Methedras, ancora frastornati da un 2004 che li ha visti protagonisti con la vittoria al concorso "Battle Of The Metal Bands" e con la conseguente esibizione premio ad un certo Wacken Open Air Festival... forse non è più nemmeno il caso di parlare di underground... Per l'occasione abbiamo intervistato Claudio, frontman carismatico e persona dalla grande diponibilità. Innanzitutto ciao! Come state? Direi che stiamo alla grande, in questo periodo ci sentiamo veramente rinati, grazie anche alle nuove collaborazioni iniziate ultimamente. Dopo l’uscita di Carlo dalla band abbiamo passato un periodo di stasi alla ricerca di un nuovo batterista ma fortunatamente, grazie a Parla dei Cadaveric Crematorium e Davide degli Irreverence, abbiamo trovato un giusto equilibrio a livello musicale ed emotivo: sono due elementi incredibili che stanno contribuendo molto allo sviluppo del nostro sound e ci stanno accompagnando verso livelli prima irraggiungibili. Cosa state combinando in questo periodo? State già lavorando al successore di “Recursive”? Non potevi chiedercelo in un momento migliore! Proprio ora siamo in sala di registrazione presso gli studi IR Solution di Claudio Rimoldi per dare un seguito a “Recursive”. Il nuovo materiale, composto da sei brani inediti, andrà a comporre un EP che sarà arricchito con alcune tracce live audio e video tratte dalla nostra performance a Wacken: insomma… vi stiamo confezionando una “gustosa” sorpresa thrash. Sempre parlando del vostro “Recursive”, mi pare che abbia ottenuto ottimi responsi un po’ ovunque… soddisfatti o c’è stata qualche critica che non ti è andata giù? Come hai detto, la maggior parte delle critiche è stata positiva e talvolta addirittura entusiasmante. Siamo stati avvicinati a mostri sacri del metal come Exodus, Testament, Slayer ed altri; di questo siamo ovviamente molto orgogliosi e non fa che confermare le scelte positive alla base del disco. In scenari più internazionali invece il discorso si fa un po’ più difficile perché la competizione è davvero altissima e la bravura di molte band americane e svedesi è fuori discussione… Recursive è un ottimo disco, secondo noi e secondo molta gente che l’ha ascoltato, però gli manca ancora quel qualcosa che lo possa portare seriamente a competere con release ufficiali di paesi in cui la cultura metal è molto più diffusa, seguita ed ovviamente supportata. In Germania, ad esempio, le critiche raccolte sono state abbastanza freddine, produzione indecisa tra vecchia e nuova scuola, per così dire, e alcuni pezzi non proprio all’altezza… credo che purtroppo permanga anche un certo atteggiamento ostile, quasi una forma di prevenzione mentale, verso gruppi italiani o comunque di paesi tipicamente latini in cui la tradizione thrash e più generalmente metal non ha forti radici storiche e culturali… strano perché comunque al Wacken ci avevano accolti bene e ci avevano fatto anche sentire un certo “calore”! Probabilmente la produzione di Recursive pecca ancora in qualcosa, e questo deve aver fatto la differenza, considerando comunque anche le critiche “artistiche” che ci sono state mosse… noi crediamo fermamente nei nuovi brani che andranno a formare il prossimo disco, sperando che possa colmare queste lacune e conferisca ai Methedras una certa credibilità produttiva (oltre quindi ai territori tipicamente live) anche all’estero. Cosa ci puoi dire dei testi di questo album? Personalmente ho molto apprezzato l’attitudine dirompente di “Wreck ‘N’ Roll”… I testi di Recursive sono decisamente personali ma molto vari, sia per gli argomenti trattati sia per l’interpretazione data ad ognuno dei concetti espressi: "L.R.S." è una denuncia del trattamento riservato ai giovani, lasciati quasi sempre in uno stato d’ignoranza, per convenienza di uomini che pensano alla conquista di un potere sempre maggiore e che se ne fregano dei sentimenti e dei progetti delle nuove generazioni; "Darkness" è la manifestazione delle paure che ognuno di noi si porta dentro, a volte anche per tutta la vita, e che non trova il coraggio di esprimere perché timoroso di non essere capito; "Drowning By Torment" descrive dettagliatamente il momento di angoscia in cui ti vieni a trovare quando le persone a cui pensavi di stare a cuore ti abbandonano, costringendoti a fare affidamento solo sulle tue forze. "Wreck ‘N' Roll" è fondamentalmente un urlo di libertà per la conquista di un’indipendenza fisica e psicologica dalle frustrazioni che la vita a volte ci riserva: essere comandati da persone incompetenti sul lavoro, essere indirizzati obbligatoriamente verso strade che non avresti mai intrapreso e che risultano essere le uniche disponibili, sentire dentro di te un continuo odio crescente verso ignobili approfittatori del tuo tempo e soprattutto del tuo denaro, per non dire delle tue idee. Alcune recensioni ci hanno contestato il fatto di esprimere le nostre visioni in un modo troppo pessimista, ma sinceramente sembra che gli eventi che condizionano la vita quotidiana portino spesso e volentieri verso situazioni di questo tipo: a volte è veramente difficile e frustrante sopportarle, ma dentro di te crescono motivazioni radicate che ti spingono a reagire e a trovare una via d’uscita per sopravvivere e continuare a sperare… sembra triste ma attualmente, per noi, questa è l’unica via seriamente percorribile. Cosa pensi della scena thrash attuale, sia italiana che mondiale? La scena thrash ha bisogno di una spinta maggiore da parte degli addetti ai lavori ma anche da parte di un pubblico che accorra numeroso ai concerti e si compri anche qualche disco originale in più ogni tanto. Sembra che il mondo metal sia tornato a considerare il thrash come un genere che può avere ancora qualcosa da dire, e le recenti release di band grandiose come Exodus, Kreator, The Haunted, Grip Inc. e Hirax dimostrano che il thrash rimane il genere metal più potente e divertente in assoluto e soprattutto che rappresenta ancora uno dei termini di paragone principali per le nuove generazioni. In Italia la situazione è un po’ diversa: ci sono molti gruppi validi, alcuni con potenzialità ancora non pienamente espresse, altri invece con un’esperienza ben consolidata, a tal punto da potere seriamente concorrere con band europee ben più blasonate e a volte immeritevoli di contratto discografico. Ciò che forse a volte sembra mancare è la fiducia nelle proprie potenzialità e lo spirito di sacrificio necessario per raggiungere anche i più piccoli traguardi; molti vogliono tutto subito e non sono disposti a lavorare duramente per ottenere riconoscimento e affermazione. I tuoi cinque album thrash di sempre… Testament - The Gathering Machine Head – Burn my eyes Megadeth – Rust in peace Slayer – Reign in blood Pantera – Cowboys from hell Come hai cominciato ad ascoltare metal? Ho ascoltato per la prima volta musica metal nel 1992, ad un live dei Megadeth senza nemmeno sapere chi fossero e cosa facessero! Da quel giorno sono rimasto folgorato a tal punto da appassionarmi al metal in tutte le sue varianti, sviscerandone la musica e i testi, analizzandone la parte tecnica e lasciandomi trasportare in un totale coinvolgimento emotivo. Nel tempo si sono susseguite le presenze ai concerti più disparati e si è manifestato il desiderio di fare di più. Ho cercato un gruppo e ho trovato i Methedras, che sono qualcosa di più… Per emergere in Italia conta più essere bravi o leccare culi a destra e sinistra? Bella domanda! Direi che essere bravi, o perlomeno avere un buon gusto musicale, è condizione necessaria per farsi notare ma non sufficiente per sfondare. Per emergere devi avere conoscenze importanti e radicate, ma soprattutto devi far sì che qualcuno creda in te a tal punto da investire, con te e su di te, in un progetto serio e mirato. Per molti gruppi questo è un sogno che a volte si realizza, anche solo grazie alla testardaggine nel raggiungere un obiettivo apparentemente inarrivabile… in altri casi invece tutto finisce nello scontro tra passione e realtà dei fatti: lavoro, sentimenti, impegni… i fastidiosi oneri che la società moderna ti applica alla nascita, come una tara da cui apparentemente sembra impossibile liberarsi… noi però crediamo che con il coraggio e l’audacia ci si possa almeno provare, ed altri ci insegnano che in alcuni casi è stato anche possibile riuscirci! La musica e internet… cioè: i tuoi CD sono tutti originali? I miei CD sono quasi tutti originali, perché io sto fondamentalmente dalla parte dell’artista che si è sbattuto a creare i brani, registrarli, a volte produrli, e magari concepire anche l’artwork e sicuramente investire parte della propria vita in un progetto dai risultati mai prevedibili. Il tutto è quasi al limite della follia, ma si chiama semplicemente passione. Gli unici CD non originali in mio possesso sono quelli che non vengono più ristampati o quelli introvabili di gruppi che non hanno avuto molta fortuna nella musica, pur essendone assolutamente meritevoli, e devo purtroppo affermare con una certa amarezza che sono tanti, troppi. Ultimo CD acquistato? “Incorporated” dei Grip Inc.: sublime, maestoso, veloce, violento, di classe, praticamente il futuro del thrash (almeno fino al tanto agognato ritorno, spero a breve, dei miei cari Testament…) Quali sono secondo te i migliori gruppi della scena underground tricolore, che meriterebbero di conseguenza più attenzione da parte del grande pubblico? Adoriamo l’inventiva compositiva degli Aneurysm, gruppo techno-thrash di Verona, l’energia dei Brain Dead, thrashers in stile Exodus da Ivrea, e i bresciani Eviscerate, fautori di un thrash influenzato dal death melodico senza eguali nel nostro paese. Inoltre non possiamo non citare i nostri cari compagni di bevute Irreverence, portabandiera di un ottimo thrash europeo vecchia scuola, e gli impressionanti Cadaveric Crematorium, autori di un brutal death tecnico che lascierebbe chiunque letteralmente pietrificato… e poi ci siamo ovviamente noi… ah ah ah ah ah!!! Come vedi i Methedras tra dieci anni? Le prime due parole che mi vengono in mente sono “vecchi” e “alcolizzati”, ma penso seriamente che saremo ancora in grado di far muovere un bel po’ di teste, magari dopo 5 album in studio e centinaia di concerti dal vivo sui palchi di tutto il mondo! Sono stato forse troppo visionario? Beh, penso che continuerò a crederci anche quando mi seppelliranno… Mi racconti un po’ del vostro Wacken? Cosa si prova a calcare le assi del più grande metal happening europeo? Mitico! Grandioso! Travolgente! Ci siamo “presi” così tanto da coinvolgere anche i fonici sul palco e un tipo di 45 anni che ci ha addirittura ringraziato per averlo fatto tornare sedicenne! Il pubblico ha risposto alla grande, vedere gli italiani che cantano le nostre canzoni ci ha riempito il cuore di orgoglio, ma osservare i tedeschi che si spaccano in un pogo selvaggio, con un continuo e sfrenato headbanging, è stato qualcosa di impagabile. L’organizzazione non ci ha fatto mancare assolutamente nulla e ci ha trattato come se fossimo un gruppo blasonato: questo è uno degli esempi di professionalità di cui ti parlavo prima e dal quale i promoter dei festival italiani avrebbero tanto da imparare… E i prossimi concerti italiani? Attualmente siamo in fase di registrazione ma ci siamo ritagliati tre date in Lombardia per tenerci in allenamento. Il 10 Marzo saremo all’Inkubo Cafè di Milano insieme agli Warmonger, il 1 Aprile all’Ossario di Martinengo (BG) con i nostri amici Eviscerate e il 29 Aprile alla Sfinge di Brescia con gli Alterhate. In più c’è la possibilità di fare da spalla a un grosso nome del panorama metal europeo per tre date nel mese di Maggio, ma per il momento non posso dirti di più. Da settembre in poi saremo in giro per tutta Italia, e forse anche all’estero, per promuovere il nuovo materiale. Ci sono molte iniziative in cantiere e credo proprio che le sorprese non mancheranno! Ok, ti ringrazio! Chiudi pure l’intervista come vuoi… Grazie a te e ad Hardsounds per la diponibilità e l’interesse nei nostri confronti e un saluto a tutti i vostri lettori: supportate l’underground italiano fino al massimo, è l’unico modo per dimostrare che anche noi italiani sappiamo spaccare il culo come si deve! THRASH ‘TILL DEATH!!!

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