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LABYRINTH

Ciao, grazie per avrci concesso un pò di tempo per questa piccola intervista! Anche se non credo che ce ne sia bisogno, presenta il gruppo a grandi linee ai nostri lettori Mattia: Allora, mi presento... sono Mattia, il batteraio nonché capo indiscusso del gruppo Labyrinth, e la cosa si capisce gia dal fatto che hai mandato l'intervista al Cantarelli e IO ho deciso che la facevo IO!!! Il gruppo nasce negli anni '90, e dopo un demotape esce il primo disco, "No Limits", che riscuote un buon successo tra critica e pubblico. Nel '98 esce "Return To Heaven Denied" che porta il gruppo suonare in giro per l'Europa, in tour con Malmsteen e Hammerfall, Gods of Metal e Wacken tra le altre cose. Poi è la volta di "Sons Of Thunder" (2000), disco che doveva "consacrare" il gruppo ma che ha incontrato alcuni incidenti di percorso. Dopodiché, split con Olaf Thorsen, il chitarraio fondatore del gruppo insieme ad Andrea Cantarelli e cambio di etichetta hanno portato alla luce il disco "Labyrinth" e ora siamo qua! Potresti raccontarmi meglio come è andata con Olaf Thorsen? A cosa è dovuto il suo split dal gruppo? Mattia: Allora, le malelingue dicono che abbiamo litigato, qualcuno ha detto che siamo andati in causa, ci siamo picchiati!!! Mah! La verità è che tutte le vicissitudini arrivate da "Sons of Thunder" in poi hanno stressato Carlo mentalmente, gli hanno fatto passare la voglia di suonare. Tra noi non ci sono mai stati grossi litigi o che, è chiaro, siamo sei persone nel gruppo non tutti possono avere le stesse idee, e quelle di Carlo divergevano molto da quelle degli altri del gruppo. Abbiamo passato serate in sala prove dove qualsiasi riff usciva fuori non andava bene, non suonava Labyrinth, e Carlo lasciava la stanza. In una di quelle prove con il Cantarelli si è composto in mezz'ora lo scheletro di Slave To The Night, mentre Olaf ribadiva che non era un pezzo alla Labyrinth. E così appunto tra vari scazzi Carlo ha deciso di lasciare la band, comunque con l'amarezza di tutti, ma con la consapevolezza che era la cosa migliore per noi e per lui perché insieme era diventato molto difficile lavorare. Come mai avete deciso di utilizzare i vostri veri nomi, abbandonando quelli d'arte in inglese? Mattia: Io ho sempre optato, da quando sono entrato nel gruppo , per avere i nostri veri nomi perché sta cosa dei nick mi sembrava una cosa da chat e comunque un pochetto stupida! Il fatto è che purtroppo nel passato succedeva che i gruppi italiani venissero snobbati (non me ne chiedere il motivo) e quindi quando è uscito il primo disco la band ha pensato bene di utilizzare nick stranieri, anche per leggere pressioni delle etichette, e poi perché sei giovane e fa figo!!! Per fortuna finalmente ora eravamo tutti d'accordo sul cambio di rotta e comunque chi conosce un minimo la band sa quali sono i nostri veri nomi. Devo dire che tutti hanno apprezzato questa cosa, sia i nostri estimatori che le riviste o chi ci conosceva solo per nome. E a quando una canzone in italiano? Mattia: In italiano abbiamo fatto solo la cover di "Ti Sento" dei Matia Bazar (uscita in Giappone credo in italiano!! Ma siamo coglioni eh???? In Giappone non puoi mandare quella inglese e in Italia quella in in italiano??? Mah!!! ) C'era l'idea di tradurre "When I Will Fly Far" (dall'ultimo disco) ma poi non ne abbiamo fatto più nulla. Chissà, forse in futuro. L'idea ogni tanto ci passa per la testa! Parlatemi del nuovo, omonimo, disco: come è stato il processo compositivo e come è stato lavorare senza l'apporto di Olaf? Mattia: Lavorare senza Olaf è stato da un certo punto di vista faticoso perché comunque ci siamo sempre appoggiati molto anche su di lui, soprattutto per quello che riguardava i testi, era l'unico che aveva molta voglia di scriverli, ma è stata anche una grande sfida, in quanto molti ci credevano persi con il suo abbandono. A parte il fatto che da quando suono con loro è vero che le idee quasi sempre partivano da riff di chitarra e quindi da Carlo o Andrea, ma abbiamo sempre lavorato tutti insieme in saletta. Molte idee sono nate un pezzi scritti dal tastieraio e poi riarrangiati o da un riff di basso, una linea melodica di Roberto. Soprattutto con l'ultimo disco, il lavoro compositivo si è svolto quasi del tutto in sala prove alla presenza di tutto il gruppo e ognuno tirava fuori parti e diceva la sua. Inizialmente si abbozzava lo scheletro del pezzo da una idea in saletta dopodiché abbiamo realizzato dei provini e poi a casa ognuno sistemava le sue parti come meglio credeva, per poi alle prove successive proporle agli altri. A differenza dei vari "Return To Heaven Denied" e "Son Of Thunder" l'album mi è sembrato molto più compatto e maturo anche se dotato di pezzi di minor spicco come furono "Moonlight" o "Save Me". Cosa ne pensi di questo cambiamento? Mattia: Credo che negli anni un minimo di esperienza sia maturata all'interno del gruppo, così come solitamente uno crescendo diventa più "saggio" nella vita, anche nel campo musicale i vari ascolti, provare con gli altri, concerti, registrazioni, credo ci abbiano aiutato a progredire sia dal punto di vista prettamente compositivo che di registrazione, produzione, autocritica. Almeno si spera! Cioè siamo i più bravi ma non lo diciamo! Questa evoluzione che stanno seguendo molte band della scena italiana di uscire dai canoni fissi dei propri generi e di proporre qualcosa di più personale e vario è segno che la nostra scena metal è pronta a farsi apprezzare anche all'estero? Mattia: In italia abbiamo sempre avuto grandi musicisti (vedi Lacuna Coil, Novembre, Edenshade, N8, Evil Wings e tanti tanti altri) ma abbiamo sempre avuto delle grandi pecche. Pochi mezzi, visto che si investe veramente poco nelle produzioni che quindi molto raramente sono all'altezza degli album stranieri, il fatto che tutti si sentano i più bravi e quindi i più meritevoli e passano il loro tempo a screditare le altre band, pochissime etichette discografiche che riescano a supportare in maniera convincente i gruppi visto che secondo me si tende a produrre più gruppi a basso costo invece di investire magari su 3 band all'anno ma supportarle alla grande. I locali dove suonare sono pochi e pagano poco quindi i musicisti anche giustamente sono poco invogliati, perché va bene fare promozione ma non posso andare a suonare gratis tutta la vita! Per il resto che vuoi che ne sappia io????? Mi ascolto tutto il giorno Caparezza e son contento!!!!!!!!! Come sta andando il vostro nuovo disco? Mattia: Sinceramente è presto per dirlo, non abbiamo raccolto dati a sufficienza. Posso dirti che comunque le ultime notizie ci dicono che il disco sta vendendo discretamente bene, le tre etichette italiana, europea e giapponese sono estremamente contente dei risultati e le recensioni che ho visto sui giornali erano quasi tutte molto positive. Anche i vari pareri letti sui forum da parte del pubblico non mi son sembrati per nulla contrari. A livello di show dal vivo come siete messi? Avete in programma qualcosa? Mattia: A questo punto , visto che chiedi mi faccio pubblicità e ti sparlo l'elenco !! 12 dicembre - Orzinuovi (BS) , Buddha Rock Café 13 dicembre - Gualtieri (RE) , Tempo Rock 19 dicembre - Milano , Transilvania Live 20 dicembre - Bassano Del Grappa (VI) , La Gabbia, con i Somniae Status Più avanti inizieremo a programmare delle date europee e se tutto va come previsto (mi tocco gli zebedei) i primi mesi dell'anno prossimo saremo in Giappone, per poi tornare a suonare in Italia cercando di arrivare anche al sud, sempre troppo spesso lasciato da parte! A parte "Labyrinth", qual'è il disco a cui siete più legati, nell'ambito della vostra produzione? Mattia: Io devo per forza dire "Sons Of Thunder", anche per chè in realtà a parte il mini "Timeless Crime" è la mia prima produzione in casa Labyrinth. No c'entra una mazza con Labyrinth ma un altro disco al quale sono veramente molto legato è Crown Of Autumn, il primo cd che ho registrato e che mi ha fatto conoscere ai Labyrinth. E per finire devo anche menzionare un nuovo gruppo che si chiama Magnifiqut, che è una nuova produzione della Elnor, etichetta del fondatore dei Crown of Autumn, della quale ora faccio parte anche io. Disco cantato in italiano, genere gohic metal al quale mi sento molto legato in quanto è un disco molto particolare e completamente realizzato da noi. La vostra produzione discografica è sempre stata di altissimo livello, ma ad un certo punto, il vostro precedente disco "Son Of Thunder" si è rivelato, secondo molti, nettamente inferiore agli altri. La pensate così anche voi e comunque cosa è successo in concomitanza di quella uscita? Mattia: Purtroppo anche noi la pensiamo in questo modo. Nel senso che secondo noi sul disco ci sono delle ottime idee, che però sono state concretizzate in malo modo. A partire dalla produzione. Ci siamo affidati ad un produttore di grande livello ma con il quale purtroppo non siamo riusciti a lavorare in modo produttivo. Sia per colpa nostra che per colpa sua credo. Nelle prime fasi di lavorazione, preproduzione, registrazione delle batterie e delle chitarre ritmiche, le cose sono andate molto bene. I rapporti si sono crepati da li in poi e sono sempre peggiorati. Quando il mix fatto da Kernon (il produttore) ci è tornato indietro dall'America abbiamo constatato che non suonava assolutamente come noi volevamo, sia a livello di scelta di suoni che di parti. Infatti erano state messe da parte molte parti di voce e tastiere, e i suoni erano molto freddi e poco potenti. In tutta fretta ci siamo rimessi al lavoro per conto nostro, purtroppo con l'acqua alla gola e il risultato non è stato quello che volevamo ottenere. Purtroppo anche il fatto di aver avuto poco tempo ci faceva sembrare il lavoro che stavamo facendo molto buono e solo in un secondo momento ci siamo accorti che non era quello che volevamo, ma il tempo per cambiare le cose era scaduto! Come è nata l'idea di realizzare un concept album come "Son Of Thunder"? Perchè non avete proseguito su questa strada? Mattia: I concept album sono un'idea che piace molto a Olaf, infatti è lui che si è prodigato nello scrivere il concept di sons e quelli che legano "No Limits" e "Return To Heaven Denied". Noi altri del gruppo non ci siamo mai sentiti dei grandi scrittori e abbiamo sempre lasciato il lavoro a lui, anche se sinceramente non a tutti sono sempre piaciuti i concept, soprattutto di quel genere. E quando su questo disco ci siamo trovati a dover scrivere le lyrics, a nessuno è venuto in mente di scrivere un concept, della cosa si è occupato quasi esclusivamente Roberto (a parte due brani) e lui ha preferito dedicare a ogni singolo brano il testo più adatto al tipo di musica. Conoscete Hardsounds.it? Se no, cosa aspettate a venirci a trovare? Mattia: Per venirvi a trovare aspetto che diventi un sito porno! Con questo ho finito! Grazie e un saluto ai lettori di Hardsounds! Mattia: Più che un saluto come al solito è doveroso prima di tutto ringraziare tutti i ragazzi che ci hanno sempre supportato, sopportato e anche insultato (chi in maniera più intelligente chi meno), perché anche le critiche sono uno stimolo per andare avanti e per migliorare. E poi un saluto a tutti i lettori di Hardsounds, grazie per essere arrivati fino alla fine dell'intervista , ma come avete fatto????? Siete mitici, grandissimi...ma baffan.!!!! Spero di trovare qualcuno ai concerti a scambiare quattro chiacchere con il gruppo, sul gruppo (ripeto anche le critiche son ben accette), e su qualsiasi cosa vi venga in mente! Niente sesso che non ci capisco nulla!!! Grazie anche a voi dello staff di Hardsounds per la disponibilità!!!

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