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GRAVE DIGGER

L'ennesima trasferta ferroviaria ci porta in uno splendido hotel, ideale per far sentire del tutto fuori luogo dei poveri metallari, ad incontrare un Chris Bolthendhal ben più rilassato e disponibile di quanto non lo ricordassimo dal nostro ultimo incontro. Chris ha voglia di parlare, è disponibile ed addirittura spiritoso: sarà per l'entusiasmo che gli suscita l'uscita del nuovo album targato Grave Digger, nei negozi dal 17 Gennaio. Prima di tutto, vorresti parlarci del nuovo album? La cosa buffa è che non è un concept. Tutti pensano che sia un concept sulla Bibbia, ma non è così. Sono solo 3 canzoni sugli ultimi giorni di Gesù Cristo, mentre le altre sono su argomenti molto più attuali, come ad esempio “Grave in The No Man’s Land” è una canzone sui soldati che muoiono in terra straniera, come i soldati americani che stanno morendo in Iraq, mentre “Soul Saviour” parla della gente che cerca di attirare altre persone nella propria religione, ma non in maniera religiosa, piuttosto in maniera economica, “Hundred Days” parla del genocidio del ’95 in Rwanda, in Africa. Quindi abbiamo lavorato con argomenti attuali, non con canti medievali. Sorpresa, sorpresa! Già! Bello. Quindi potremmo dire che questo album è un modo diverso di parlare del mondo vero, della guerra, del terrorismo. E’ così? Sì, l’ultima cena è più un simbolo, Gesù Cristo è più un simbolo per noi, perché ci sono molte ultime cene ogni giorno nel mondo. Se solo guardi le notizie, ci sono bombe in Iraq, bombe in Israele, bombe in Iraq. Un giorno mi sono stupito perché non hanno parlato di bombe in Iraq: mi è sembrato che mancasse qualcosa, perché diventa una routine, è sempre la stessa storia. Quindi nei miei testi ho pensato di dare uno scossone, come un calcio in culo alla gente per dirle che certe cose ci sono comunque, anche se non se ne parla più. Io e i ragazzi non siamo predicatori politici, i Grave Digger sono una metal band che ha voluto mostrare un po’ di merda, non solo parlare di cavalieri e dragoni. L’anno scorso ci siamo incontrati in occasione del Valpolicella Metal Fest, quando il vostro spettacolo fu cancellato… Già, la pioggia (ride, n.d.r.) Già, alla fine facemmo l’intervista via e-mail. Quella volta ti avevo chiesto anche di tempi ed eventuali idee per l’album nuovo, e tu mi avevi risposto che sareste stati in tour fino a gennaio o febbraio, e che quindi non avreste avuto la possibilità di iniziare a parlare di un nuovo album prima di marzo. A novembre i promo del nuovo album erano pronti. E’ stato… vi siete ricordati di dormire qualche volta? (risate, n.d.r.) No, no, è una storia divertente, perché quando siamo riusciti a sederci abbiamo iniziato a pensare al nuovo album, perché volevamo fare una trilogia dopo “Rheingold”. Quindi ce ne siamo usciti con idee tipo la guerra di Troia, la rivoluzione francese, l’Inquisizione spagnola, l’Impero Romano, e così via, e ci siamo sentiti veramente annoiati. Allora Manni se ne è uscito dicendo “io vorrei fare un album di Heavy Metal, nient’altro”. Allora ci siamo sentiti carichi, abbiamo recuperato la motivazione, ci sono venuti i riff, e tutto il processo è stato parecchio veloce. Così a giugno avevamo pronte tutte le canzoni, subito dopo le date americane e russe, poi a luglio siamo entrati in studio per la pre-produzione, e a settembre e ottobre abbiamo fatto la produzione. Veramente veloci! Cosa ci puoi dire dell’evoluzione del vostro stile? Gli ultimi lavori erano concept, e abbiamo pensato fosse ora di “saltare lo steccato” e fare qualcosa che non sarà del tutto nuovo, ma che sia abbastanza nuovo per noi. Questo è più un album metal rispetto ai precedenti. Non così epico, non così sfarzoso, molto più “cazzotto in faccia”,e… penso che lo sia. Mi piace lavorare in squadra, come anche ad un concept, ma penso che in questo momento mi attiri di più un lavoro di squadra in cui ognuno possa portare le sue idee senza che nessun altro lo copra. Quando suoni in una band Heavy Metal è pericoloso, perché rischi di fare lo stesso album ogni anno, perciò ci piace portare dei cambiamenti. Così “The Last Supper” è un album diverso da “Rheingold” e da “Excalibur”. Nella scorsa intervista avevamo parlato dello sviluppo che hanno avuto le parti orchestrali nella vostra musica, e mi avevi detto che, grazie agli studi e all’esperienza di Hans Peter come musicista classico, questa sarebbe stata la nuova strada dei Grave Digger. In “The Last Supper” ci sono molte meno parti orchestrali, ed i suoni sono più cupi, quasi alla “Heart Of Darkness”. E’ anche di questo che parli, quando ti riferisci ai cambiamenti? Ci sono molte parti orchestrali su “The Last Supper”, solo che non le si sente. Peter è un ottimo musicista, pensa alle parti in piano sulla title-track, e abbiamo molti effetti di tastiera. Bisogna ascoltare molto attentamente per sentirle davvero bene. Si tratta più di effetti che di parti musicali vere e proprie, in posizioni meno di rilievo rispetto a “Rheingold”. Spero vi piaccia. Siete stati in Italia a gennaio… Sì, siamo stati qui a gennaio e siamo tornati a febbraio, e torneremo a febbraio, e dovrete decidere se volete sentire i Megadeth o i Grave Digger. NO! (risate, n.d.r.) Sì, è lo stesso giorno, gli stessi orari, e la stessa agenzia che li organizza. E’ buffo. Mica tanto… Si sarebbe potuto fare uno spettacolo unico, avremmo potuto suonare come gruppo di apertura per i Megadeth. E l’abbiamo chiesto, ma ci è stato risposto di no. E’ stupido, due gruppi metal che suonano nello stesso giorno. Bisogna tirare la monetina per decidere. Sicuramente sceglierete i Grave Digger! Specialmente per il cantante! (risate, n.d.r.) Sicuramente i vostri show sono più intimi. A questo proposito, cosa pensi dei fans che vengono ai vostri concerti seccati per gli album più recenti, e che vogliono sentire solo i pezzi classici? Non mi creano nessun problema, perché vedo che la gente che viene ai concerti canta anche i pezzi nuovi. Su quelli vecchi magari canta di più, ma non è un problema, perché man mano escono nuovi album, e così ad esempio “The Grave Digger” o “Son Of Evil” sono ormai anch’esse canzoni “vecchie”. E la gente le canta come fa con “Excalibur”. E’ divertente. In dieci, o anche solo cinque anni anche di “The Last Supper” diranno che è una canzone “vecchia”. Come vi trovate a lavorare con la Nuclear Blast? Molto bene, è un’etichetta professionale che lavora nel ramo del Metal da parecchi anni, sanno cosa si deve fare, mettono voci che parlano sui cd per proteggerli da internet… (risate, n.d.r.) Non è la mia voce! Io non ho voluto farlo, sono un artista e non mi va di parlare sui miei cd: probabilmente è un promoter della Nuclear. Comunque ci piace, sanno cosa serve ad un gruppo e glie lo danno. E ti lasciano in pace: non ascoltano nulla se non prima di pubblicarlo, ti lasciano fare il tuo cd in pace e quando hai finito tutto lo ascoltano. Sono molto professionali. Il vostro sito internet è molto ben curato, un simbolo del rapporto con i vostri fans. Sì, ci teniamo molto, ed è anche il mio hobby, quindi pretendo sempre che anche gli altri membri della band collaborino e forniscano materiale, perché è il modo migliore per comunicare con i fans, il più diretto. Ci vuole poco per aggiornarlo, e la gente può leggere subito. Quando abbiamo postato la copertina del nuovo album, abbiamo avuto circa tremila tra i visitatori che accedevano solo per vederla, e che hanno subito iniziato discussioni. Quindi il sito verrà nuovamente rinnovato con il nuovo album, e sarà un’altra cosa carina. Lo prometto. Che reazioni avete avuto da chi ha visto questa copertina? Al 99% molto positive, moltissimi ci hanno detto che è la miglior copertina che i Grave Digger abbiano avuto, e un 1% che diceva cose tipo “questa è una copertina anticristiana, questo è un messaggio satanico”. E sono veramente stupidi. Alla fine questa copertina rappresenta Gesù che è rimasto solo, abbandonato dai suoi seguaci e dai suoi discepoli, consapevole del fatto che dovrà morire in un paio di giorni, c’è la morte che dovrà venirlo a prendere dietro di lui, e lui tiene in una mano il Santo Graal col suo sangue e nell’altra del pane, che però è mangiato dai vermi, che ancora ricordano il tema della morte. Esprime molta angoscia e tristezza, è arte, non un messaggio satanico. Riguardo al formato di pubblicazione dell’album, immagino ci sarà il solito digipack con bonus tracks prima della versione “normale”. Ci saranno cover, come “Children Of The Grave” in “Knights Of The Cross”? No, niente cover. Ci sarà un digipack con un paio di bonus tracks, pezzi nostri. Riguardo la copertina, è solo la prima di una serie di immagini di questo artista, alcune molto provocatorie. Vi divertirete. Cambiamo disegnatore per le nostre copertine ad ogni album, per evitare di cadere in uno dei soliti clichè del Metal. Questo è un artista ungherese, mi sono presentato e gli ho detto “questa è la mia idea, mi piace come lavori, fai ciò che ti pare”. E lui è arrivato con una valanga di idee veramente splendide. Ci saranno reazioni controverse anche dopo l’uscita, quando la gente vedrà queste immagini. E quando uscirà il video, ci saranno ancora nuove discussioni. Ci state già lavorando? Sì, lo finiremo la settimana prossima. E’ il video della title-track, “The Last Supper”. C’è la morte come animazione, fatta con lo stile di Shrek, che guida attraverso panorami delle guerre mondiali. Dalla Prima Guerra Mondiale alla Seconda fino alla Guerra del Golfo, in una sorta di paragone. Dopo più di vent’anni di carriera, cosa pensi della scena metal attuale? Cosa ne pensi tu? Io penso che ci siano troppe band, troppa roba di qualità bassa. Troppe compagnie discografiche, troppa roba scadente… e credo che questo sia uno dei motivi per cui la gente non compra più molti dischi. Dovremmo focalizzarci per il futuro sulla ricerca di una maggiore qualità, sia musicale che compositiva, sia a livello artistico che di spettacoli dal vivo, e così forse i gruppi e i fans sopravviveranno. Mi stupisce che MTV sponsorizzi dei gruppi metal, ma non così tanto se consideriamo che sono gruppi americani. In fondo le tendenze vengono quasi sempre dall’America: gli americani hanno inventato il Nu Metal e ora ne siamo infettati. Non ci serve quella roba. I grandi gruppi firmano con le major, la Sony e le altre, e questo è paradossale. Il Metal non dovrebbe avere a che fare con le major. Se vuoi la mia vera opinione, credo che le major abbiano cambiato il metal nel passato, e che lo uccideranno nel futuro, perché le major non sanno come maneggiare l’Heavy Metal. L’Heavy Metal è una musica underground, e la gente che lo ascolta non c’entra con le major. I veri gruppi sono sotto etichette indipendenti, come la Nuclear Blast o la Century, o la Underground Symphony in Italia, non c’entrano con le major. Perché le major funzionano per i soldi, ma i gruppi Heavy Metal hanno bisogno di supporto, e i fans dell’Heavy Metal danno supporto, che è diverso dai soldi. A proposito di soldi… Money? O Manni? Soldi. Oh, non Manni Schmidt. Peccato, è un uomo interessante! (risate, n.d.r.) Come vedi il problema della pirateria? Le major dicono che i cd costano tanto perché i pirati gli rubano i soldi, i pirati dicono che rubano alle major perché le major rubano a loro, perché i cd sono troppo costosi. Che ne pensi? Penso che i cd siano troppo costosi, e che la pirateria potrebbe uccidere la musica, perché se le major non possono pagare gli artisti, gli artisti non possono pagare lo studio, e senza studio non registri l’album. E’ molto semplice. Penso che il punto sia trovarsi tutti ad un tavolo e vedere cosa si può cambiare, e non tentare ognuno di cambiare qualcosa da solo. Ok, abbiamo finito. Grazie Chris, e arrivederci! Grazie a voi, spero vi siate divertiti!

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