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ECNEPHIAS

Avevano fatto parlare di sè con 'Dominium Noctis', ma alle lodi della stampa, purtroppo, non sempre seguono quelle del pubblico. In quest'intervista il mastermind Mancan ci racconta il dramma di chi ha l'ardire di voler fare qualcosa di artisticamente elevato nel Paese che dà spazio solo a chi coverizza (male) celebri brani per l'advertisement di compagnie telefoniche... Allora, presentiamo gli Ecnephias ai nostri lettori... Ecnephias è una band blackened death metal, costituita a Potenza nel 1996 per volontà del sottoscritto. La prima line up si è riformata nel periodo successivo alla pubblicazione del debutto ufficiale "Dominium Noctis" (Nekromantik Records/Masterpiece) dopo il precedente mcd "November". A causa di divergenze caratteriali e stilistiche, io e Sicarius Inferni ci siamo isolati dal resto della band rivendicando lo spirito originario dell'act lucano e ristabilendo i canoni di stile del gruppo. La separazione ha però condotto nel combo Antonio Donadeo, drummer di fama mondiale nell'underground del metal estremo, e Toru al basso per la registrazione di “Haereticus” del 2008, il nuovo Ep. La band tuttavia ha dovuto poi sopperire ad un nuovo cambiamento ed ora i nuovi entrati sono Aran Morion al basso, Meidum alla batteria e Devians alla seconda chitarra. Siamo supportati dall’ottimo lavoro di Alex dell'agenzia Necrotorture da circa tre anni. Ricordo ancora la lenta e cupa bellezza del vostro primo lavoro, cosa è rimasto di quel periodo agli attuali Ecnephias? Stranamente, sarò sincero, è rimasto ben poco. Quella particolare alchimia era frutto di un certo periodo. E’ un bel disco, che mi da ancora particolari emozioni ma da quando ho deciso di dare un’impronta più mia alla band è tutto mutato ed in questo sento di dover dire che io e Sicarius Inferni abbiamo lanciato una nuova fase, più ricca e stimolante a mio modo di vedere. La sterzata verso questo nuovo sound sinfonico, raffinato, e certamente più complesso e ponderato è il frutto del solo cambio di line up? Inoltre, come si è trovato una macchina da blast beat come Antonio Donadeo con i vostri tempi più lenti e cadenzati? Parto dalla seconda domanda. Antonio mi scrive spesso e mi conferma che suonare la nostra musica è stato per lui una esperienza stimolante, diversa e fuori dai suoi abituali schemi. Sicuramente con lui abbiamo accelerato sui blast in almeno tre brani ma anche lui ha dovuto modificare ed adattare il suo stile al nostro. Ci siamo venuti incontro. Per me un batterista bravo si vede più sui tempi cadenzati che su quelli ultra veloci, mi interessa il groove generale e non la mazzata fine a se stessa. La sterzata stilistica è invece unicamente frutto di un lavoro a quattro mani, non ci sono interferenze esterne che hanno influito. Quali sono le band che vi hanno maggiormente influenzato? Come ripetiamo sovente, le “influenze” degli Ecnephias le rinveniamo in Black Sabbath, Morbid Angel, Edge of Sanity, Burzum, Satyricon, Rotting Christ, Darkthrone, Moonspell, Ulver, Akercocke. Anche dark, folk apocalittico ed elettronica d’avanguardia sono una costante fonte di idee e visioni. In Haereticus la componente Black si è fatta sentire maggiormente che nei lavori precedenti. Qual è il vostro rapporto col filone più controverso della musica estrema? Noi non facciamo parte di alcuna scena e non abbiamo interesse o piacere nel giudicare o sputare sentenze su gruppi e filoni stilistici. Il black ci piace molto, se suonato con eleganza e gusto melodico, ci affascina il lato esoterico di questo genere, la sua superiorità intellettuale. Il nostro rapporto è quindi intimo, personale. Preferiamo in ogni caso l’evoluzione del genere e non la staticità, quindi lode ai Satyricon, Abigor, Emperor, Mayhem. Personalmente ho sempre ritenuto un punto a vostro favore dedicare le vostre tematiche all'immaginario oscuro della vostra terra, cosa ci dici al riguardo? Esattamente cosa esplora un testo degli Ecnephias? La Lucania ci offre spunti notevoli ed importanti per sondare nei miti, riti e simboli della civiltà pre-industriale, tra superstizioni e usanze assai vetuste per il mondo occidentalizzato. Anche la natura ha il suo ruolo, tra montagne e boschi incontaminati, coste e mari selvaggi, monasteri e antichi borghi. Tutto ciò influisce sulla nostra musica, forse in misura maggiore nei primi lavori ma comunque in buona parte anche ora. Le liriche della nostra band sondano l’occulto e il psicologico da diverse angolazioni, nel quotidiano e in astratto, per suggestioni generali, intuizioni e sensazioni. Tutti sanno quanto drammatica sia la situazione degli artisti metal in Italia, specialmente a Sud. Esattamente qual è la difficoltà più grossa che avete incontrato? La difficoltà principale è nel non essere compresi e valutati per ciò che si può offrire alla scena. Chi organizza pensa solo ai soldi e al tornaconto: giusto da parte loro perché è business, ma per noi che siamo sul palco è diverso, frustrante e inammissibile. Tutti conosciamo i problemi del fare musica metal in Italia, è una vecchia e triste storia. Poi dico anche che su dieci metallari solo tre hanno gusti un po’ più raffinati, la maggioranza segue le mode e il sentito dire ed è sempre arduo scalare le vette in una simile situazione. Cosa mi dici della scena metal italiana? Mi sapresti trovare almeno due aspetti positivi e due negativi? Non credo nell’esistenza delle cd “scene”, le scene sono create da chi fa cronaca, reportage, dai fans. In Italia si fa a gara a chi è più amico di tizio o di caio per ottenere questo o quel favore e la mentalità qualitativa viene a mancare nella sua spinta propulsiva a causa dei parassiti che infestano gli ambienti artistici e lavorativi in genere. Poi c’è troppo provincialismo, mancanza di vedute più ampie per far emergere dei degni rappresentanti all’estero. Di positivo c’è solo il lavoro delle ottime realtà underground, specie nel sud Italia e la passione di quelle poche persone che ci rimettono di tasca propria per far vivere il genere, tra festivals, concerti e altro ancora. Anche noi come tanti altri gruppi spesso “sborsiamo” quattrini per promuoverci al meglio e questo perché mancano strutture come in Germania, Svezia o Norvegia che possano garantire le stesse condizioni per tutti. Cosa ne pensate del fatto che tra i tanti artisti che abbiamo in Italia siano band come Lacuna Coil o Rhapsody Of Fire a rappresentare la nazione all'estero? Penso che in parte sia giusto e do onore a queste due ottime bands ma credo pure che la vera anima del nostro sound nazionale non sia quella dei suddetti gruppi ma che debba ancora farsi strada pescando nelle acque del sottobosco del metal più estremo, genuino e sincero. Meritiamo anche noi una band estrema internazionale come in Grecia hanno i Rotting Christ e in Portogallo i Moonspell. Permettimi di elogiare alcune realtà italiane che per me si candidano (o si candidavano) ad esserlo: Detestor, Sadist, Necromass, Schizo, Inchiuvatu e Aborym. Spero che la mia band faccia presto un gradino più in alto per aggiungersi alla lista. C'è una forte componente antireligiosa nei vostri testi, molto più marcata in Haereticus, ci spieghi la vostra visione in tal senso? A noi piace guardare le cose da più punti di vista, tuttavia non siamo affatto antireligiosi; casomai possiamo definirci “caproni” nel senso di persone che usano la propria testa e non fanno come le pecorelle, quindi in breve scartiamo ciò che riteniamo non valido o dannoso e teniamo ciò che sembra avere una sana logica. La religione ha un ruolo importante, non meno tuttavia della critica e del dubbio filosofico. Il discorso è lungo ma credo che ogni religione dica delle verità e delle bugie allo stesso tempo, occorre una ricerca su più piani, una illuminazione. Quanto è importante per voi la dimensione live? Se ben organizzata è auspicata e voluta fortemente. E’ davvero importante poter esibirsi e comunicare con il pubblico. Speriamo di intensificare l’attività live per questo prossimo inverno in giro per Italia ed Europa. Certo, se devono darci solo 10 minuti come successo a noi e altre valide bands all’Agglutination ci cadono le braccia, ma sappiamo che non dipende, nel caso, dal buon Cafaro ma dai tempi imposti da fonico e service. Ricordo però ottimi live con Opera IX, Exodus, Frostmoon Eclipse e Terremoto. Pensate che la situazione attuale riguardo il funzionamento dell'industria discografica sia positivo o no? Che posizione avete sul download? Negativissimo parere. Io sono per l’acquisto del cd originale ma a patto che si scenda con i prezzi, non possiamo pagare venti euro un cd. I discografici si stanno falciando i piedi con le proprie mani, è una ruota viziosa che colpisce gli usurai della musica. Il download uccide la musica, le bands e il gusto di avere un bel cd confezionato tra le mani. Con questa concludiamo, volete dire qualcosa ai lettori? Grazie ai lettori per la pazienza e supporto alla vostra webzine! Seguite Ecnephias, presto daremo alla luce un nuovo album, speriamo quello definitivo. Tenete d’occhio anche il mio nuovo progetto studio di death metal melodico, Seas of Sorcery, il cui primo album è in via di completamento. Per gli amanti del groove thrash death e della melodia heavy, un mix molto particolare!

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