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ANCIENT RITES

Gli Ancient Rites non dovrebbero necessitare di presentazioni: band attiva ormai dalla fine degli eighties, sono saliti alla ribalta del metallo mondiale con i loro esordi dediti a un black/death piuttosto estremo e fortemente satanico, per poi stupire tutta l’audience metallica grazie all’improvvisa svolta stilistica di “Fatherland”, culminata nel monumentale “Dim Carcosa”, musicalmente più varia, melodica ed epica, e incentrata tematicamente sull’Europa pagana, le sue tradizioni, la sua storia e il suo popolo. Dimostrando il loro valore con una performance incredibile al Wacken Open Air e avendo già fatto uscire il live “And The Hordes Stood As One” i nostri si confermano metallari accaniti e sanguigni, oltre che artisticamente personalissimi e intelligenti dal punto di vista delle tematiche. Io, dal canto mio, cominciavo seriamente a temere per la buona riuscita di quest’intervista: è passato circa un mese da quando ho inviato l’e-mail alla band, e ormai non avevo più speranza di ricevere risposta. E invece no: Gunther Theys, bassista, vocalist e fondatore della band belga, mi ha concesso questa grandiosa “chiacchierata telematica”, dimostrandosi (se ancora ce ne fosse bisogno) una delle personalità più sincere e intelligenti della moderna scena heavy. Si è parlato soprattutto di musica, ma anche all’importanza del proprio retaggio culturale europeo: vi consiglio di leggere le sentitissime dichiarazioni di Gunther (che ha premesso che sarebbe stato franco e sincero) con in sottofondo “Mother Europe”… e ora leggete! Hail Gunther. E’ ormai un bel po’ di tempo che siete reduci da una grandiosa performance al Wacken Open Air (ed io ero lì a testimoniarla, fra l’altro). Com’è andata? Quali sono le vostre impressioni? E’ stato un vero piacere suonare al Wacken Open Air. L’atmosfera era decisamente intensa e il contatto col pubblico grandioso. E’ stato grande vedere così tante bandiere salutarci, sentire migliaia di persone cantare con te (NdR io ero uno di quelli e le mie tonsille ne sanno qualcosa…) è un’esperienza intensa per un musicista, sicuramente ti fa staccare i piedi da terra! E’ un’ebbrezza naturale e salutare! Tutti voi avete mostrato una grande presenza sul palco, dando prova di un’attitudine trascinante e coinvolgente. Possiamo quindi pensare che ogni concerto degli Ancient Rites sia COSI’ intenso? E come musicista preferisci l’impatto di un concerto grezzo ma passionale, o la fredda ma tecnicamente perfetta prestazione del musicista di mestiere? Grazie per queste gentili parole d’apprezzamento. Mettiamo sempre anima e corpo nei nostri show, non importa se suoniamo davanti a 50 o 50000 persone. Ma quando migliaia di persone impazziscono per ciò che fai, ecco, questo spinge il musicista stesso a un livello di pazzia. L’adrenalina prende il sopravvento ed è più difficile rimanere calmo e distaccato ed essere un “musicista perfetto”…. Quando vedo una folla in berserk sento il bisogno di esserne parte. A volte, a concerti molto intensi getto via il basso e mi unisco alla folla, da un punto di vista musicale non è una mossa saggia, ma è comunque una mossa onesta, e i fan apprezzano questa “celebrazione” tutti insieme. La cosa migliore sarebbe una prestazione musicalmente precisa, senza comunque trasformare il tutto in una sterile lezione di musica, un concerto dovrebbe rimanere un po’ “grezzo” d’altra parte. Deve essere più che suonare il cd e basta. Parliamo della vostra attività in studio ora. “Dim Carcosa” è stato un gran successo (un successo giusto e meritato secondo la mia personalissima opinione). Quali sono ora i vostri piani per il futuro? Dischi nuovi in vista? Grazie per il complimento! Innanzitutto ci siamo concentrati sulla promozione del nostro recente dvd/cd “And the Hordes Stood As One” con vari tour e concerti. Secondariamente, c’è stato un cambio di lineup recentemente. Dopo che il chitarrista Jan Yrlund è stato estromesso dalla band il nostro vecchio chitarrista Bart Vandereycken è tornato “a casa” dopo sette anni di silenzio. Un cambio di lineup porta a provare intensamente col “nuovo” membro. Questi fattori hanno rallentato il nostro processo di scrittura per il nuovo album, ma stiamo lavorando su nuovo materiale. Quando saremo pronti a entrare in studio, beh, questo è ancora da decidersi… Parlando degli Ancient Rites, è impossibile evitare di parlare del grande cambio di stile avvenuto tra “Blasfemia Eternal” e “Fatherland”. Molte parole sono state dette sulla vostra musica trasformata e rinnovata, includendo riferimenti a un presunto “tradimento” al “black metal underground”. Cosa ne pensi? Cambiare stile significa “tradimento” o “evoluzione”? Non chiamerei la nostra avanzata verso l’originalità e il rinnovamento “tradimento”. I veri fans della band sanno che suoniamo in maniera diversa in ogni album, ma l’essenza rimane la stessa. Quelli che ci accusano di esserci venduti dovrebbero cercare in giro il nostro demo “Dark Ritual”, che è stato scritto negli anni 80. Anch’esso contiene parti heavy metal, clean vocals e tastiere. Siamo una metal band al 100% ma lavoriamo con diversi elementi dello stile per ottenere un suono interessante. Inoltre non bisognerebbe dimenticare che da “Fatherland” ci siamo presentati con una nuova lineup. Nuovi, più tecnici, musicisti si sono uniti alla band e le abilità tecniche sono, in generale, migliorate. Ogni musicista ha il suo proprio stile/approccio (com’è giusto che sia!). L’originalità è altamente apprezzata tra i nostri ranghi. Ogni membro della band ha una lunga tradizione metal. Eravamo già nella scena metal persino prima che fosse creato il black/death metal. Ovviamente prendiamo parte a quella scena, ma le nostri radici e il nostro approccio è diverso dalle altre band nel nostro stile, e anche influenze più vecchie (metal tradizionale e black/death della prima generazione) e altri spunti ancora possono trasparire. Inoltre, ce ne freghiamo di cos’è popolare o di moda al momento e andiamo per la nostra strada. Suoniamo quello che sentiamo istintivamente, senza considerare ciò che la stampa o l’audience potrebbe pensarne. Tentiamo di ottenere un equilibrio tra aggressività e malinconia, brutalità e atmosfera. A differenza di molti gruppi nella scena black metal vogliamo ottenere un sound e una produzione chiara, precisa e potente. Chiaramente rispettiamo il black metal primitivo, ma a causa delle nostre antiche radici heavy preferiamo un sound più nitido. Tentiamo di migliorarlo con ogni release, e vogliamo evitare la stagnazione. E’ nostro obiettivo crescere senza svenderci ed evolvere in maniera naturale. Abbiamo un naturale tocco “ottantiano”, poiché gli Ancient Rites sono nati in quell’epoca, ma allo stesso tempo abbiamo un approccio moderno. Il nostro sound contiene differenti tipi di metal, e persino elementi di musica classica, folk e medievale possono essere riconosciuti nella nostra musica. Suoniamo ciò che sentiamo, non c’è una vera e propria “ricetta Ancient Rites”, soltanto emozioni, sogni e visioni che tentiamo di mettere in musica. Un musicista classico ci disse una volta che la struttura delle nostre canzoni (includendo anche i momenti più estremi) è simile al modo in cui i musicisti medievali componevano la loro musica. Non potrei pensare ad un complimento migliore! Non analizziamo mai la nostra musica, tentiamo di ottenere un equilibrio tra differenti atmosfere che rientrino nel concept della band. Forse i “puristi” saranno soddisfatti dal ritorno del nostro vecchio chitarrista. Il suo riconoscibile, pesantissimo sound, è considerato da molti il vero e unico guitar sound degli Ancient Rites. Combinato con la tecnica decisamente sopra la media e l’approccio metal dell’altro chitarrista Erik, potremmo combinare il meglio dei vecchi e nuovi Rites nel prossimo album? Non c’è dubbio che al giorno d’oggi gli Ancient Rites hanno definito un personale trademark di heavy metal estremo ed epico, che può essere definito in molti modi ma non rientra in nessuna delle predefinite etichette di black metal, power metal, epic metal, o altro. Siete soddisfatti della vostra nuova musica? E pensate di aver trovato la vostra via, o ritenete di cambiare il vostro sound di nuovo in futuro? Sono sempre stato soddisfatto della musica che abbiamo suonato, visto che viene direttamente dal cuore, fregandosene delle mode. E gli Ancient Rites sono stati difficili da etichettare fin dagli inizi. Vista da un punto di vista commerciale questa originalità può essere uno svantaggio, dato che le labels tendono a saltare sull’ultimo trend e le masse vanno con il flusso delle mode come pecore, ma il nostro approccio sopravvive meglio alla prova del tempo. Quando le mode scompaiono, noi siamo ancora lì con i nostri fedeli fan. Nella nostra terra molte bands di questo tipo non riescono più ad ottenere concerti appena l’ondata della moda è finita, ma noi abbiamo sempre la possibilità di suonare, perché non apparteniamo al branco. E ora parliamo del tema chiave delle vostre ultime composizioni: le antiche tradizioni dell’Europa. Avete scritto molte canzoni che parlano di antichi episodi storici, come il saccheggio di Lindisfarne da parte dei vichinghi, la ribellione delle Province Unite… e anche due indimenticabili inni all’Europa (“Mother Europe” e “Ode to Ancient Europa”). Cosa significa, per te, “Europa”? Io credo in un Sogno Europeo. Ottenere l’unità e allo stesso tempo preservare le tipiche tradizioni e la cultura di ogni singola Nazione Europea. Io apparterrò per sempre al mio luogo di nascita, le Fiandre, ma mi vedo anche come cittadino d’Europa. Non importa se sono ad Anversa, Londra, Roma, Vienna, Mosca, Atene, Stoccolma, Dublino o Parigi, sono sempre a casa. Ogni paese ha una storia e una cultura di cui essere orgogliosi. L’Europa è il “vecchio mondo” e per questo ogni terra possiede antiche tradizioni. Io viaggio molto, e ho amici ovunque, il che mi rende in grado di assaggiare le culture locali ed esserne partecipe in tutto e per tutto. In questo modo capisco meglio le radici della gente. Sicuramente sono consapevole delle differenze tra le nazioni, ma io credo che questo rende l’Europa soltanto più colorata… potrà sembrare ingenuo, ma sono un idealista. Non sono un politico, né un esperto d’economia, l’unica cosa che so è che preferisco concentrarmi su quello che ci unisce invece di pensare a ciò che ci divide. Per questo sono felice che questa Guerra Fredda tra l’Est e l’Ovest dell’Europa sia finita. Il muro di Berlino era un nonsenso politico. Ecco perché ero contrario al bombardamento della Yugoslavia, l’idea di un paese europeo sotto il fuoco USA e NATO mi fa sanguinare il cuore. E questo persino nonostante la guerra civile in quel paese. Siamo tutti figli della stessa antica Europa, non ci dovrebbero essere rivalità tra di noi. Con canzoni come “Mother Europe” o “Ode to Ancient Europa”, lo rendo chiaro. Sugli ultimi due dischi degli Ancient Rites, “Fatherland” e “Dim Carcosa”, c’è la partecipazione di musicisti olandesi, finlandesi, tedeschi e belgi. In una delle mie altre bands (i Danse Macabre) prendono parte musicisti da Austria, Olanda, Grecia, Finlandia, Belgio e Serbia. Credo di aver illustrato il mio “Sogno Europeo” abbastanza bene. Parlo anche un po’ di lingue… se solo potessi parlare ogni lingua europea! L’Europa offre migliaia di anni di storia, e sarà sempre un’ispirazione per me. Pensi che la nazione e il popolo a cui appartieni possano influenzare i tuoi pensieri, il tuo spirito, la tua intera vita? E’ importante per te essere perfettamente conscio delle tue antiche radici europee? L’ambiente e la cultura a cui appartieni hanno sempre influenza su di te. Non importa che questo piaccia o no. In questi tempi di “politically correct”, è di moda abbattere e ignorare le differenze, e un grande “melting pot” sembra essere l’unico obiettivo. Nobile, certo. Ma guardiamo in faccia la realtà: i popoli sono diversi! E’ stato così sin dall’età della pietra. Essenzialmente le persone sono sempre le stesse, ed è questo il desiderio della vita di ciascuno, in sintesi. Ogni uomo cerca la sua felicità. Ma la visione di come una comunità ideale dovrebbe essere differisce moltissimo da persona a persona, da cultura a cultura. Le circostanze (luogo di nascita, cultura) e molti fattori esterni influenzano i pensieri, le abitudini e i desideri della gente. Personalmente ritengo importante sapere da dove vengo, essere consapevole della storia dei miei antenati. Ma questo non significa che io non sia interessato ad altre culture! Sono interessato in quanto consapevole della loro diversità. Un interesse salutare ad altre culture, che però non mi fa rinnegare la mia. (NdR risposta-spettacolo, segnate ragazzi!) Cosa pensi delle razze non Europee come Semiti, Africani… ? E che ne pensi del razzismo? Credo che ogni cultura abbia i suoi aspetti positivi e negativi. Sono un viaggiatore del mondo. E quando sono su suolo straniero rispetto le leggi, le regole e i codici del luogo. Mi adatto durante la mia permanenza. Credo che questo sia un segno di cortesia e rispetto. Semplicemente naturale. E’ forse “razzismo” aspettarsi un comportamento simile dagli stranieri che vivono in Europa? Io rispetto ogni cultura, ma devo dire che riconosco le differenze tra le culture e sono consapevole che non è esattamente conveniente, per popoli che hanno idee completamente differenti (e desiderano leggi diametralmente opposte), vivere in gran numero nello stesso luogo. Si scateneranno conflitti. E’ la natura della bestia (l’umanità). Un esempio: non sarei a mio agio se andassi a vivere con la mia famiglia in villaggio da qualche parte in Afghanistan governato dai Talebani (nonostante penso che l’Afghanistan sia un bellissimo paese con una ricca storia). Credo che saremmo messi a morte abbastanza rapidamente a causa delle nostre visioni e delle nostre leggi differenti! D’altra parte, metti un guerriero Talebano nella mia strada (dove c’è ancora gente Fiamminga) e verrà etichettato come un fanatico religioso, mentre nel suo paese sarebbe stato considerato un sacro guerriero da chi condivide le sue idee. Naturalmente se si trasferisse in città più grandi (come Bruxelles) si sentirebbe a casa, lì ci sono molti immigrati fondamentalismi, e persino punti di reclutamento per le loro guerre sante. Triste ma vero. Qui non c’entra il razzismo, qui si tratta di rispettare la nazione che ti ospita. Non mordere la mano che ti dà da mangiare. Secondo la mia umile opinione, i terroristi fondamentalisti che combattono il mondo occidentale non appartengono al suolo Europeo, e comunque disprezzano la cultura Europea. Posso rispettare le loro idee (per quanto io non sia d’accordo), ma la loro posizione è troppo diversa dalla nostra società Occidentale. I nostri obiettivi sono opposti. Perché negarlo? Le mie critiche ei miei dubbi non sono basati sull’apparenza ma sul comportamento, sui codici… e alcuni di questi non combaciano con i nostri. Per me va bene se questa gente sceglie di vivere sotto una fanatica e severa legge islamica e vuole essere governata da queste leggi, ma che lo facciano nella propria terra di origine! Non tentate di forzarmi, e non aspettatevi che io segua queste regole. E’ razzismo non accettare il dominio straniero di popoli con intenzioni ostili? Per la combriccola del “politically correct”, sì. Ma io non partecipo a questo gioco. “Fair is fair”. Perché abbracciare chi ci prende a schiaffi in faccia? L’accusa di razzismo è una debole scusa usata per favorire i loro obiettivi. Un fondamentalista islamico una volta mi disse orgogliosamente che gli uomini musulmani possono sposare donne non musulmane. Ma gli uomini non musulmani non possono sposare donne musulmane. Ora, chi è il razzista? Io non giudico un libro dalla copertina, ma dai contenuti. Abbiamo impiegato secoli a liberarci dall’inquisizione e dall’oppressione religiosa cristiana, e non sento il bisogno di essere governato da un altro fondamentalismo importato. Non avete mai abbandonato il vostro spirito anticristiano. Dunque, quali sono i tuoi sentimenti verso il Cristianesimo? E cosa pensi dei collegamenti tra l’Europa e il Cristianesimo? Credi che il regno di Cristo sia un cancro per l’Europa, o pensi che abbia contribuito a unire la gente e a creare la moderna idea del nostro continente? Ho sempre trovato molto strano come una religione importata dal Medio Oriente possa controllare la mente della gente su altri continenti. Ma in verità, io non mi rapporto con Cristo, Maometto o Geova. Non è la mia strada, non lo è mai stata. La mia famiglia è coinvolta in TRADITION, un movimento che tiene vive le antiche tradizioni e i rituali dei nostri antenati Germani e Celti, e sono membri di numerose organizzazioni (come l’ASATRU). Personalmente io mi rapporto con le antiche tradizioni, anche da un punto di vista storico, ed è per questo che queste organizzazioni hanno il mio interesse e il mio supporto. La canzone “Season’s Change” è stata scritta dopo che ho partecipato ad una celebrazione del Solstizio. E’ stata un’esperienza senza tempo che ha avuto luogo in una grande foresta, di notte. Gente di tutte le età ha partecipato a questo antico e simbolico cerimoniale. Vengo invitato a questo tipo di eventi regolarmente. Parlando invece del Lato Oscuro, devo dire che sono interessato a certe filosofie riguardanti il Satanismo, ma in maniera simbolica, non religiosa e non dogmatica. Un codice basato su conoscenza, saggezza, forza e rispetto di sé. Un approccio realistico e coi piedi per terra, guidato dai propri istinti e principi. Trovo molto importante evitare le stesse trappole che si possono trovare nelle altre religioni. Non credo in nessuna entità superiore (o inferiore, per ciò che importa). E questo (e anche altro) si riflette nei testi che scrivo e nel nostro lavoro in generale. L’immagine non mi interessa. A proposito della religione… sta a ciascun individuo decidere quale sentiero seguire, almeno finché le intenzioni sono sinceri. Io sono uno spirito indipendente. Attratto da una spiritualità antica e oscura, e dalle antiche religioni. Beh, Gunther, quest’intervista è conclusa! Hai qualcosa da dire ai fratelli Italiani? Spero di vedervi presto quando suoneremo di nuovo su suolo Italiano (NdR, a novembre nella Capitale…)!

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