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THE SIGN: THE SECOND COMING

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12/12/2004
77


Genere: Melodic Rock
Etichetta: Frontiers
Anno: 2004

La storia della dolce fanciulla Aryon si era interrotta circa quattro anni fa, conclusa in maniera superlativa da "Signs Of Life", title-track della prima prova in studio dei The Sign, vera e propria all-star band formata da personaggi del calibro di Terry Brock, Billy Greer e Mark Mangold. Finalmente, grazie a "The Second Coming", abbiamo la possibilità di assistere al sequel della stupenda parte iniziale dell'opera, basata su un sound a cavallo tra melodic rock e AOR di classico stampo pomp. La prima cosa da segnalare all'interno della nuova uscita discografica è la dipartita da parte di Billy Greer e Bobby Rondinelli, due elementi di indiscusso spessore, sostituiti qui da Jon Bivona e Mark Hermann per quanto riguarda le parti di basso, mentre Mark Mangold si è accollato anche il ruolo di drummer, accanto a quello già ricoperto di keyboards player. E' ovvio che un ricambio di questo tipo avrebbe avuto una ripercussione sulla qualità esecutiva del gruppo, e ciò si è manifestato in maniera evidente di fronte alle somme tirate in calce all'ascolto del cd, il quale ha purtroppo denotato l'assenza di quelle killer songs (una su tutte "Nothing But A Heartache") che avevano caratterizzato la prima parte della storia. Questo però non deve trarre in inganno coloro che stanno tentando di avvicinarsi all'opera in questione, perché nonostante gli elementi sopra citati la trama musicale è riuscita a guadagnare una complessità musicale davvero degna di nota, che la rende ancora più gustosa e longeva di quanto lo fosse in precedenza. Per assimilare a dovere "The Seond Coming", è necessario ascoltare il lavoro in tutta la sua interezza, nello stesso identico modo e con la stessa attenzione prestata nei confronti di un film, in cui ogni istante memorizzato nella propria mente risulta essere una importante chiave di lettura per tutti i passaggi successivi. E' in questo modo che il cd riesce ad offrire il massimo delle sue potenzialità, trascinato da un songwriting maturo e di notevole classe, capace di dimostrare come la musica in sè sia in grado di far volare, sulle ali della più pura fantasia, i pensieri e le emozioni di noi poveri voraci sognatori. Bravi The Sign, missione compiuta.

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