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TESTAMENT: PRACTICE WHAT YOU PREACH

data

08/11/2005
72


Genere: Thrash Metal
Etichetta: Atlantic
Anno: 1989

Dopo due masterpiece consegnati direttamente alla storia del thrash metal, i Testament arrivano alla fatidica prova del terzo album con una line up ormai affiatata e consapevole dei propri mezzi: le premesse per continuare ad altissimi livelli sembrerebbero dunque esserci tutte, eppure questo "Practice What You Preach" non riesce ad essere all'altezza dei suoi illustri predecessori. Resta sempre un lavoro discreto, sia ben chiaro, ma manca di quell'immediatezza che ha reso monumentali le due precedenti release. Anche in questa terza fatica della band californiana infatti ci sono brani di grande impatto, ottime thrash metal songs degne di tale nome, basti pensare alla title track o alla massiccia "Sins Of Omission", peccato però che non tutto il disco si mantenga sul livello delle tracce citate, mostrando qua e là cali di tono che suonano un po' come campanelli d'allarme per il futuro del gruppo. Non a caso passeranno dieci anni prima che i Testamet riescano a sfornare un altro album del valore dei primi due. "Envy Life" e "Time Is Coming" rappresentano bene il senso di amaro in bocca che lascia questo "Practice What You Preach": sono brani che, nonostante un'impostazione davvero granitica (il lavoro ritmico è sempre encomiabile) si perdono in una ricerca troppo forzata del ritornello melodico, pregiudicando così il risultato finale. Senza pecche invece "Blessed In Contempt", che mostra il lato più incontaminato della band, e "Nightmare", canzone atipica, con radici evidentemente lontane dalla Bay Area, ma dall'effetto dirompente. Purtroppo però di "Practice What You Preach" dobbiamo segnalare anche l'inutile "The Ballad", una ballad (ma va?) incolore che comunque aiuta a capire meglio un paio di cose: 1) i Testament devono fare i Testament e pestare; 2) Chuck Billy deve cantare incazzato.

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