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SPIRITS OF FIRE: Embrace The Unknown

data

09/03/2022
85


Genere: Heavy Metal
Etichetta: Frontiers Music
Distro:
Anno: 2022

Quando ti accorgi che un tris d'assi non è sufficiente per vincere non rimane altro da fare se non calare un bel poker per chiudere la partita in modo definitivo. È Così che al trio delle meraviglie Caffery, Di Giorgio e Zonder in questo "Sophomore" si aggiunge un cantante quale Fabio Lione, assolutamente all'altezza dei compagni di squadra a livello di curriculum ma accolto da una certa aura di diffidenza circa la propria idoneità al genere proposto dagli Spirits Of Fire. L'italico singer, però, spazza via ogni dubbio fin dall'iniziale, granitica "A Second Chance" dove adotta una timbrica sporca al punto giusto, caricandola della necessaria cattiveria senza però andare a snaturare il proprio stile personale, ormai consolidato in una carriera ultra ventennale. Lo stile del supergruppo, d'altronde, altro non è se non una convergenza di stilemi e soluzioni musicali ben riassunte in un Judas Priest meets Doctor Butcher (più che Savatage, certo richiamati in qualche pezzo, ma non così presenti lungo tutto lo svolgimento del disco). Proprio le trame vocali intessute da Fabio caratterizzano, sovente, in modo peculiare questo 'Embrace The Unknown' rispetto al pur discreto debutto, donando al risultato complessivo un certo non so che di power anni '90, specialmente su alcuni ritornelli e bridge in cui par di udire echi dei primissimi Vision Divine o degli strepitosi Athena. La chitarra di Christopher è affilata e assetata di riff sempre variegati e reboanti, fulgido esempio può essere rappresentato dalla feroce "Resurrection" o dal singolo eroico quanto cantabile "Into The Mirror", mentre Mark dietro le pelli scandisce il tempo in modo impeccabile, come suo solito, conferendo spunti infino prog a certi pezzi come l'eclatante titletrack , comunque ricavandosi un breve cammeo in molti brani dove può dare spazio alla propria fantasia e tecnica, quasi jammando col socio Steve (vedasi le semplici ma sofisticate "Wildest Dream" e "My Confession"). Proprio il basso dell'ex Death rimane forse l'arma meno utilizzata di questo lavoro, eccezion fatta per l'incosueta ballata acustica "Remember My Name" le cui melodie sghembe poggiano su delle raffinate linee ritmiche create da Steve. 'Embrace The Unknown' cresce di ascolto in ascolto, lasciandosi apprezzare sia nei frangenti più diretti e tradizionali, sia in quelli un po' meno convenzionali in cui l'enorme talento dei 4 musicisti prende il sopravvento su un approccio più di maniera; rimane, comunque, il sentore che ancora il progetto non sia arrivato ad esprimere al massimo le proprie potenzialità ma la strada sembra proprio quella giusta. L'eventuale terzo capitolo della storia degli Spirits Of Fire ci potrà dire se questo supergruppo sarà capace di regalarci qualcosa di assimilabile ad un capolavoro o se dovremo accontentarci "Solamente" di un altro ottimo disco.

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