SON OF ERIC: EPIPHANY

Questi Son Of Eric rappresentano il progetto personale di Bryan Erickson, vocalist dei Torok - hard rock band americana con quattro dischi all'attivo influenzati essenzialmente dall'hard settantiano. "Epiphany" non si discosta molto da quella direzione anche se gocce di modernismo ne fanno un prodotto abbastanza attuale in fatto di suoni. Quindi, hard rock classico - il mid tempo e l'andamento sincopato la fanno da padroni - con piglio attuale che deve molto al lavoro delle chitarre, sostanzialmente solide, corpose ed ispirate in fase solista. Giuste le indicazioni biografiche che li vogliono prossimi a band come Alter Bridge e Badlands. Ma ciò non basta a rendere la proposta interessante. Infatti, se la struttura merita di essere menzionata, se il nome di qualche ospite "illustre" potrebbe incuriosire qualche ascoltare - come Todd Duane, asso della sei corde della storica scuderia Shrapnel - non si può dire lo stesso della qualità del disco. Il problema principale è che se Bryan sfoggia un'ugola passionale da rocker navigato, questi non riesce a dare alle linee vocali una direzione adeguata: il cantato pare slegato dal contesto, perlopiù incapace di sostenere un brano con la dovuta concretezza. Le canzoni stesse, pur mostrandosi robuste e d'impatto, non eccellono. In verità, mancano quei tipici 3-4 brani in grado di trascinare l'intero album. Invece "Epiphnay" risulta alla lunga piatto pur nella sua non eccessiva durata. Peccato, perché i personaggi coinvolti non sono alle prime armi e qualcosa in più dell'accettabile lo si aspetta sempre. Sarà, forse, per la prossima volta.