SIX DEGREES OF SEPARATION: CHAIN-DRIVEN SUNSET
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22/11/2007Nuovo disco per i Six Degrees Of Separation, band con diverse produzioni sulle spalle ma che ahimè non avevo mai sentito nominare. Ho ascoltato “Chain-Driven Sunset” piuttosto incuriosito, e devo dire che se l’opener “Diary”, preceduta da una breve intro, si è rivelata un brano interessante, le mie speranze sono cadute man mano che i brani scorrevano. Cosa , o meglio come, suonano i Six Degrees Of Separation? E’ una domanda difficile, visto che i nostri si muovono nel territorio del metal moderno, fondendo però in un minestrone poco riuscito i nomi più disparati. Si parte dai Tool, ripetutamente plagiati nei numerosissimi intro arpeggiati, per arrivare ai Fear Factory e agli Strapping Young Lad, richiamati a voce alta durante i passaggi più caotici e cibernetici di “Chain-Driven Sunset”. Il problema è che Doctor e soci non sono Maynard Keenan, non sono Adam Jones, non sono Burton C.Bell e soprattutto non sono Devin Townsend, e imitare sterilmente questi nomi è forse la pratica musicale più vicina al suicidio che esista. Tutto da rivedere in questo disco, dall’inizio alla fine, o quasi.
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