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OM: PILIGRIMAGE

data

26/10/2007
65


Genere: Doom psichedelico
Etichetta: Southern Lord
Anno: 2007

Ad un anno dal capolavoro 'Conference Of Birds', torna il duo basso-batteria (in pratica la sezione ritmica degli Sleep) più famoso o forse l’unico tra quelli che si propongono di suonare doom, o meglio, vuole suonare una musica che dia gli stessi effetti ed emozioni del doom. La musica degli Om è fatta fa lunghe suite emozionali, fatte tutte per l’introspezione e per la riflessione, il ritmo si disperde in rivoli solitari e nubi che si disfano all’orizzonte, il basso pulsa e oscilla instancabilmente, con andamento ipnotico e rituale, spesso ripetitivo o inspiegabilmente progressivo, persino fragoroso a tratti o estremamente rarefatto e atmosferico, il vero etereo e sottile protagonista di questa musica così difficile da codificare e spiegare. Più che di vocalist e di prestazioni vocali, si potrebbe parlare di una guida spirituale e di recitazione di rosari, sussurrati, a volte soffocati nella paralisi sensoriale pre-mistica. Nel 2007, il duo si presenza con un disco di ben quattro pezzi, sicuramente la parte più leggera e psichedelica della loro carriera, quattro pezzi dotati di una certa raffinatezza compositiva, ma anche volutamente lasciati incompleti, quasi vuoti, dilatati, pieni di smagliature, nelle quali tutto riesce a passare. Quindi se ci sono delle novità, esse risiedono dunque proprio nella leggerezza del nuovo sound, e nel culto del silenzio e delle pause prolungate, che è una novità vera e propria. Questa musica circumnaviga e ritaglia il silenzio, in modo chirurgico, lo seziona, lo studia, lo contorna, lo rifinisce decorandolo, e in questo modo crea filamenti sottili di ritmiche ermetiche e misteriose, da ascoltare e riascoltare nel modo giusto e con lo spirito adatto a questo genere di esperienze. Ovunque sono presenti i Pink Floyd di 'A Saucerful Of Secrets', e una atmosfera molto sixties, solo pochi momenti aggiungono un tocco modernista, e pochissimi sono quelli degni di nota. Da segnalare le trovate bassistiche a la Tool nella title track. Tutti i fanatici della psichedelia leggera e sperimentale non potranno che apprezzare il disco. A mente lucida quest’album tanto atteso, e tanto diverso dal raggelante 'Conference Of Birds', delude le aspettative, non coinvolge abbastanza, accarezza ma non penetra, e si appiattisce ad un trend mondiale di alleggerimento dei suoni, comune a tutta la scena, per sfuggire dalla monotonia di uno stile che avrebbe bisogno di una vera svolta.

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