HOLLENTHON: OPUS MAGNUM
data
16/04/2008Un po' di death, un po' di black, un po' di melodia (tanta, a dire il vero) e il tutto condito con un pizzico di folklore mitteleuropeo che forma il carattere di questa creatura che si innalza in una maestosa sinfonicità. Credo di aver riassunto in estrema sintesi quello che sono i viennesi Hollenthon, che davvero riesce difficile poter paragonare a qualche altro artista, a parte i Therion in certi frangenti, forse. Ma non commettete il grave errore di pensare che questi ragazzacci austriaci abbiano da proporre qualcosa di nuovo o sensazionale: gli sbadigli abbondano durante l'ascolto delle otto tracce di 'Opus Magnum'. Non fa piacere dirlo, ma credo che questo album, con le sue sinfonie, i passaggi vagamente goticheggianti, i cori maestosi e tutto il resto rappresenti l'ennesimo lavoro del metal mainstream che tanto spopola nel cuore dell'Europa, soprattutto tra i più giovani headbangers. Se non è -core, è sta roba, insomma. Inutile quindi parlarvi dello scarso mordente dei singoli brani, della non pervenuta aggressività, e della terribile aura di asetticità che emanano i quarantasei minuti dell'album. Non è folk metal ma se ne sente qualche passaggio, non è gothic ma troviamo la voce femminile accostata al solito growl basso e appena udibile in un trionfo di tastiere e melodie, non è dark ma ci sono oscurissimi mid tempos con voce maschile clean. Peccato, però, di questo risultato, se si considerano le capacità esecutorie dei componenti della band e l'ottima produzione. Davvero riesce difficile apprezzare questo collage, perlomeno per chi, come il sottoscritto, diffida di questi fenomeni creati dal mainstream. Però, se apprezzate un certo metal "estremo" patinato e oscuro, potrebbe fare al caso vostro.
_ PER I FANS DI Therion
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