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FAITH AND THE MUSE: EVIDENCE OF HEAVEN

data

18/04/2005
80


Genere: Bat Cave Ethereal Folk
Etichetta: Metropolis
Distro:
Anno: 1999

E' un onore poter spendere qualche parola su uno degli album più belli dei Faith And The Muse e lasciarsi avvolgere dall'atmosfera mistica e stregata della loro musica, capace di portarci in un luogo dove il tempo si è fermato e lo spazio non esiste. Siamo nel 1999 quando esce "Evidence of Heaven" il terzo album del duo capitanato da William Faith (ex Mephisto Walz e Shadow Project) e Monica Richards (ex Strange Boutique). "Evidence..." è un album più malinconico e introspettivo rispetto al precedente "Annwyn, Beneath The Waves" ed il primogenito "Elyria" che li portò al successo internazionale nel 1993. Il talento dei due artisti californiani si esprime nell'indiscussa capacità di unire il dark-gothic alla poesia, ballate celtiche e musica rituale antica, spaziando tra l'ethereal, l'ambient, la musica classica, l'industrial. Il risultato è armonioso e coinvolgente. L'impronta classica dell'album traspare già dalla copertina viola antico che ritrae una donna in costume di epoca vittoriana con il volto nascosto. L'album viene introdotto da Joy, breve brano strumentale di pianoforte. Il primo brano "Scars Flown Proud" è il più movimentato dell'album ed è, a ragione, entrato a far parte della gothic chart di tutto il mondo. Seguono la stupenda "Shattered In Aspect" e "Patience Worth" nei quali la musica di William e la vena maliconia della bellissima voce di Monica riportano a paesaggi stregati, eterici ed a struggente dolcezza. Non si può dimenticare che questo album esce pochi mesi dopo la morte dell'insostituibile poeta dark e artista musicale Rozz Williams, per altro molto amico di Monica e William, che condivise con quest'ultimo l'esperienza musicale come bassista nei Shadow Project, qualche anno prima. Venendo ai pezzi più particolari dell'album, in "The Chorus Of The Furies" si ritrova il sapore della musica antica come un cantico celtico-pagano, i tamburi medioevali che scandiscono risoluti il tempo si sposano benissimo con la cantilena medioevale. Di stile classico invece è "Importune Me No More" che è anche una poesie scritta da Elisabella I e ci riporta all'epoca vittoriana. Sullo stesso stile anche la poetica e sussurratissima "Reine La Belle", accompagnata da metà brano in poi dal pianoforte di William. Nella stupenda "Through the Pale Door", infine, si può apprezzare il cantato profondo e sensuale di William, molto bravo anche come vocalist.

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