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DYNAZTY: Firesign

data

30/10/2018
88


Genere: Melodic Metal, Power Metal
Etichetta: AFM Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2018

Ha dell'incredibile l'escalation di questa band proveniente da Stoccolma che partita da un genere a metà strada tra lo street e l'hair metal debitrice tanto degli Skid Row quanto degli Slaughter, in sostanza una combriccola di ottimi esecutori ma abbastanza poveri in termini di originalità nonostante due acclamati album, si è progressivamente indirizzata verso una struttura molto più assimilabile ad un power metal dal forte impatto. I primi germogli di questo mutamento li possiamo già trovare nel terzo lavoro 'Sultan of Sin' in cui il singer Nils Molin (adesso addirittura anche con gli Amaranthe) comincia ad avvicinarsi ad un ruolo da protagonista ma la vera esplosione sonora la rinveniamo nel successivo 'Renatus' poi confermata dal notevole 'Titanic Mass' che ne segna la definitiva consacrazione, una vera e propria progressione in termini di qualità sonora, oltre che di potenza esecutiva. 'Firesign' ci presenta i Dynazty ai massimi livelli di ispirazione, roba da autentici top player insomma. "Breathe With Me" in cui il riff di apertura flirta con l'elettronica è da sballo e il singolo "The Grey" si rivela un potenziale hit da classifica mentre le successive "In The Arms Of A Devil" e "My Darkest Hour" ci catapultano in un caleidoscopio di emozioni in cui le tastiere cromano riff tanto aggressivi quanto melodici, qualcosa di molto avvicinabile ai Pretty Maids d'annata ('Future World' e 'Jump The Gun'). Molto particolare la struttura di 'Ascension' in cui il metal dalle sonorità più moderne si fonde con le orchestrazioni elaborate dal talentuosissimo Rob Love Magnusson, bravissimo sia nel riffing che in fase solista e fondamentale nell'utilizzo delle keys. La title track si distingue ancora una volta per un giro di tastiere (con un pizzico di elettronica che anche qui non guasta certo) molto coinvolgente facilitandone la scorrevolezza. "Closing Doors" è un'esplosione di melodic metal in cui Nils mette in campo tutta la sua potenza espressiva, al contrario di "Follow Me" decisamente dal taglio più aggressivo tanto nella strofa quanto nel chorus anthemico. Il cd si chiude in maniera trionfale con il trittico finale, tre tuffi al cuore per gli amanti della melodia, soprattutto in "Let Me Dream Forever" con quelle tastiere deliziosamente tamarre e nella conclusiva "The Light Inside The Tunnel" adrenalinica nonostante i forti connotati pomp. 11 brani senza alcun filler, una cura maniacale del dettaglio, un sound sempre prepotente ma ricco di sfaccettature e più che mai tirato a lucido che ben identifica la personalità dei cinque ragazzi, con il trentenne vocalist tremendamente carismatico. Possiamo già inserire questa release tra i capolavori, per parlare di storia è solo questione di tempo, quello necessario per realizzare l'ultimo step.

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