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Culted: Below The Thunders Of The Upper Deep

data

23/08/2009
70


Genere: Esoteric Doom
Etichetta: Relapse Records
Distro: Masterpiece
Anno: 2009

Prima di iniziare la recensione di quest’album è bene mettere subito in chiaro una cosa di “vitale” importanza: quando si parla del genere doom, sia esso puro oppure contaminato da generi come il black o compagnia bella, i pareri possono convergere solo su due punti: o si ama o si odia. Non esistono, come si suol dire, le mezze misure. Ed è esattamente ciò che accade nell’album di debutto per l’etichetta Relapse dei canadesi Culted, band nata nel 2007 dall’unione del cantante Daniel Jansson, dei chitarristi/bassisti e percussionisti Michael Klassen e Matthew Friesen e del batterista Kevin Stevenson. I nostri quattro canaks ci propongono un album di puro, sano ed atroce doom esoterico oscuro e malvagio. Questo album, il cui titolo è una citazione della prima strofa del poema “The Kraken” scritto da Alfred Lord Tennyson, ha come tema portante una visione apocalittica di un mondo ridotto in cenere e polvere. Alcuni potrebbero storcere il naso dicendo che siamo di fronte al solito cliché del genere black-oriented; ed è qui che ci si sbaglia: questo album è lontano anni luce dagli innumerevoli, scontati prodotti monocromatici, asfissianti e neri. Questo album, grazie ad un’alchemica miscela di riff solidi ma la tempo stesso gelidi creati dalle asce del gruppo Klassen e Friessen e dal soporifero lavoro di batteria di sua maestà Stevenson, oltre che all’ottimo artwork ed al maniacale lavoro in fase di registrazione e produzione reso ancora più prezioso dal fatto che i quattro membri del gruppo hanno realizzato questo prodotto trovandosi ciascuno in luoghi differenti e trasmettendosi telepaticamente le parti completate al fine di smussare gli eventuali errori, colmare le lacune ed infine ottenere, come si suol dire, un “ottimale” prodotto finito, trasuda malvagità, tristezza, oscurità e nei presagi in grado di avviluppare qualsiasi cosa abbia a portata di mano. Prendendo spunto dalla nota frase con cui il “madman” Ozzy Osbourne cominciava i suoi concerti, potrei senza dubbio affermare “Let The Darkness Begin”.

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