CENTVRION: V
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12/11/2015Sono trascorsi ben dieci anni dall'uscita di 'Invulnerable', dieci anni in cui pur continuando a far tremare i palchi nostrani sono stati sin troppo in balìa degli eventi che hanno coinvolto soprattutto la line up con l'uscita prima di Germano Quintavà poi di Luciano Monti, vere e prorpie colonne portanti del combo marchigiano assieme a Fabio Monti rimasto quindi l'unico membro superstite della formazione originaria, quella che diede vita ad 'Arise Of The Empire' tutt'ora acclamato dai defenders nazionali e non solo. Tuttavia, sembra proprio che queste traversie non abbiano minimamente intaccato la tempra e la forza d'urto dei gladiatori del metallo, i quali danno vita a dieci tracce belle fresche dall'impatto devastante grazie anche all'inserimento dei nuovi membri che non esitano a buttar giù quintali di energia senza risparmiarsi. Sezione ritmica spacca ossa, chitarre che producono feroci riffs e solos al fulmicotone in stile priestiano dai risvolti trasheggianti (un po' sul modello Painkiller/Jugulator), e una voce, quella di Roberto Cenci, che supera brillantemente l'esame (nei momenti in cui le sue corde vocali vengono particolarmente messe sotto pressione non sempre però risponde in maniera eccellente) riuscendo a finalizzare con efficacia tutta questa mole di lavoro sono i tre elementi di questo mix ad altissimo potere detonante. Certo, non possiamo pretendere alla band sforzi nella direzione dell'innovazione e della ricerca musicale, qui la partita si gioca e si vince utilizzando come arma la fisicità del sound che comunque non è finalizzato esclusivamente al massacro dei padiglioni auricolari: si ascolti la composita "Paradise" che si arricchisce di melodia sia nel refrain che nei fraseggi solisti e la ballad "Days of Mourning" dominata interamente dalla chitarra acustica e dall'appassionante voce di 'Robo' capace di farci rivivere quell'epicità tipica dei lenti dei Manowar. La produzione dai roboanti e chirurgici suoni è un altro importante fattore che fa innalzare il valore della quinta opera dei Centvrion come sempre marchiata dal carisma di Fabio e non ci pare un azzardo definirla la migliore della loro carriera. Un grazie anche alla label SG Records alla quale va ascritto il merito di averci restituito un gruppo dall'indiscutibile valore, oggi più che mai compatto, che sta cercando di recuperare con convinzione quel ruolo di protagonisti della scena metal italica a loro appartenente agli inizi degli anni Duemila.
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